26 May, 2025 - 12:32

Trump vuole porre fine rapidamente anche alla guerra a Gaza

Trump vuole porre fine rapidamente anche alla guerra a Gaza

Mentre la guerra a Gaza continua a mietere vittime e a provocare condanne internazionali, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha intensificato gli sforzi per porre fine al conflitto. Dopo settimane di immagini drammatiche e critiche sempre più dure rivolte a Israele dai suoi stessi alleati, Washington sembra voler accelerare la strada verso un cessate il fuoco.

Trump: “Vogliamo porre fine alla guerra a Gaza il prima possibile”

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato ai giornalisti, prima di salire a bordo dell’Air Force One, di voler porre fine alla guerra a Gaza "il più rapidamente possibile".

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Vogliamo vedere se possiamo fermarla. Con Israele, con cui abbiamo parlato, vogliamo vedere se possiamo porre fine a tutta questa situazione il più rapidamente possibile.

Le dichiarazioni di Trump arrivano in un momento di forti critiche da parte della comunità internazionale sulla situazione nell’enclave palestinese.

Tel Aviv è sotto pressione dopo che diversi tra i suoi alleati più stretti hanno preso le distanze dal governo di Benjamin Netanyahu a causa degli incessanti attacchi e del congelamento degli aiuti umanitari.

La reazione dei leader occidentali è giunta in concomitanza con il lancio di una nuova operazione militare israeliana volta a occupare Gaza.

"Non resteremo a guardare mentre il governo Netanyahu persegue queste azioni atroci. Se Israele non cessa la rinnovata offensiva militare e non revoca le restrizioni sugli aiuti umanitari, adotteremo ulteriori misure concrete in risposta", hanno dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron, il premier britannico Keir Starmer e il primo ministro canadese Mark Carney, in una dichiarazione congiunta del 19 maggio.

La reazione di Netanyahu non si è fatta attendere: ha accusato i leader occidentali di essere "dalla parte sbagliata della storia".

In questo contesto, il Gabinetto di sicurezza israeliano ha poi deciso di riprendere il trasferimento degli aiuti umanitari.

Gaza, cresce la frustrazione di Trump

Nell’ultima settimana, anche Axios ha riportato la frustrazione di Trump per la guerra a Gaza. Citando due funzionari della Casa Bianca, il sito ha riferito che il presidente americano sarebbe turbato dalle immagini delle sofferenze dei bambini palestinesi. Secondo quanto riportato, Trump avrebbe chiesto ai suoi collaboratori di riferire a Netanyahu che desidera concludere al più presto la questione.

Già prima del suo insediamento, alcuni funzionari dell’amministrazione Trump avevano contribuito al raggiungimento di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. 

Le successive dichiarazioni del presidente hanno però suscitato ampia indignazione. In particolare, ha fatto discutere il suo piano per trasferire i palestinesi abitanti dell’enclave nei Paesi confinanti, come Giordania ed Egitto, così come la proposta di trasformare Gaza nella "Riviera del Medio Oriente".

Un eventuale cessate il fuoco potrebbe rappresentare una rottura rispetto ai piani annunciati in precedenza. Attualmente, però, non vi è alcuna frattura dichiarata nelle posizioni dei due Paesi. Intanto, proseguono, per ora senza successo, gli sforzi diplomatici dei funzionari di Washington.

Guerra a Gaza, media: possibile tregua nei prossimi giorni

Sky News Arabia ha riferito, citando fonti anonime, che Trump potrebbe annunciare un cessate il fuoco "entro pochi giorni". Questo farebbe parte di un accordo più ampio che includerebbe anche un'intesa sul rilascio degli ostaggi israeliani.

Le fonti, riportate dall’emittente, riferiscono che l'amministrazione Trump starebbe esercitando pressioni sul governo Netanyahu per una cessazione delle ostilità, al fine di contribuire alla ripresa dei negoziati.

Resta da vedere se le dichiarazioni di intenti di Trump si tradurranno in un’effettiva interruzione delle ostilità o se si limiteranno a un’iniziativa diplomatica priva di risultati concreti. Mentre Tel Aviv mantiene una posizione intransigente, la possibilità di un accordo che includa anche il rilascio degli ostaggi rappresenta un’opportunità delicata ma potenzialmente cruciale. Con la comunità internazionale in allarme e le pressioni su Netanyahu in aumento, le prossime mosse della Casa Bianca saranno determinanti.

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