27 May, 2025 - 19:12

"The Last of Us", la spiegazione del finale shock: ecco cosa hanno detto gli showrunner

"The Last of Us", la spiegazione del finale shock: ecco cosa hanno detto gli showrunner

Il finale della seconda stagione di "The Last of Us" ha lasciato il pubblico con il fiato sospeso, aprendo nuove, profonde linee narrative e preparando il terreno per eventi ancora più drammatici nella terza stagione.

Dopo aver seguito Ellie nei suoi tre giorni a Seattle e assistito all’evoluzione della sua ricerca di vendetta, l’episodio conclusivo svela il destino di alcuni personaggi chiave e introduce il ritorno di Abby, che avrà un ruolo centrale nei prossimi episodi.

Il cliffhanger che chiude la stagione segna un momento di svolta nella serie HBO tratta dal celebre videogioco di Naughty Dog, portando in primo piano le tematiche della vendetta, del sacrificio e della moralità in un mondo spezzato.

Un cliffhanger carico di tensione: è tutto da scrivere

Con un colpo di pistola improvviso, uno schermo nero e una tensione mozzafiato, "The Last of Us" chiude la sua seconda stagione lasciando i fan sospesi tra passato e futuro. Un finale che riprende in parte la narrazione del videogioco "The Last of Us Part II", ma che introduce anche novità narrative che alimentano domande e ipotesi su ciò che ci aspetta nella terza stagione.

L’episodio 7 si apre con Ellie che torna al teatro dopo aver ucciso Nora. Si ricongiunge con Dina e Jesse e decide, insieme a quest’ultimo, di mettersi in cammino alla ricerca di Tommy. Ma lungo la strada, Ellie cambia rotta: crede di sapere dove si trova Abby, e così si separa da Jesse, dando inizio a una serie di eventi che culminano in uno scontro drammatico.

Alla fine dell’episodio, Abby riappare dopo essere stata assente per diversi episodi. Arriva al teatro, uccide Jesse e punta la pistola contro Ellie. La serie si interrompe lì, con uno sparo fuori campo e la scritta "Seattle Day One" mentre vediamo Abby nel quartier generale del WLF. Una chiusura che anticipa chiaramente dove si dirigerà la terza stagione: al cuore della storia di Abby.

Il futuro secondo gli showrunner

Neil Druckmann e Craig Mazin, showrunner della serie, hanno commentato in conferenza stampa alcune delle scelte narrative più controverse del finale, soffermandosi in particolare sul ruolo di Jesse.

Secondo Mazin, Jesse è il classico "Eagle Scout", una figura morale, votata alla comunità e al senso del dovere. Quando vota contro il piano di Ellie di andare a caccia di Abby, lo fa per proteggere Jackson. Druckmann aggiunge che in questo senso Jesse ricorda Joel: entrambi avrebbero scelto la sicurezza della comunità piuttosto che una vendetta personale.

Ma è proprio questo il punto di forza della serie: nessuno è completamente "giusto". Mazin sottolinea come lo scontro tra Ellie e Jesse nel finale non ponga buoni o cattivi, ma opponga visioni morali complesse. Ellie accusa Jesse di ipocrisia: si definisce onesto e morale, ma solo finché le persone da salvare si trovano dentro la recinzione di Jackson. Fuori, anche i bambini possono morire. Un’affermazione che spinge lo spettatore a rivalutare tutto ciò che credeva di sapere sui suoi personaggi preferiti.

Abby, vendetta e cambio di prospettiva nella stagione 3

Chi ha davvero sparato? Tommy è vivo? Come ha fatto Abby a trovare Ellie? Sono solo alcune delle domande lasciate aperte dal finale. Se la struttura della seconda stagione ha seguito il punto di vista di Ellie, la terza promette di riprendere gli eventi da un'altra angolazione: quella di Abby.

Il passaggio al punto di vista di Abby ricalca fedelmente la struttura del videogioco: "The Last of Us Part II" infatti mostra prima i tre giorni di Seattle dal punto di vista di Ellie e poi li rivive attraverso gli occhi di Abby. È quindi probabile che la terza stagione si concluda proprio con lo stesso scontro al teatro, ma visto da un’ottica completamente diversa.

Anche altri dettagli suggeriscono sviluppi futuri interessanti: il WLF si sta preparando a un assalto all’isola dei Seraphite, mentre Abby sembra essersi allontanata dalla milizia per motivi ancora da chiarire. Inoltre, l’episodio mostra Ellie accidentalmente uccidere Mel, incinta, un evento che nel gioco aveva connotazioni diverse e più gravi. Un altro segnale di quanto la serie voglia sfumare sempre di più i confini tra giusto e sbagliato.

Un finale che divide: la forza di "The Last of Us"

Ciò che "The Last of Us" riesce a fare meglio di qualunque altra serie è farci empatizzare con prospettive opposte. Ellie vuole vendetta per Joel, ma Abby ha perso suo padre per mano di Joel. Jesse vota per proteggere Jackson, Ellie agisce d’istinto, Dina decide di tornare indietro dopo aver capito il vero passato di Joel. Tutti, in fondo, hanno le loro ragioni.

E così, mentre la seconda stagione si chiude lasciando più domande che risposte, una cosa è certa: la serie non smette mai di farci riflettere. E in un mondo narrativo post-apocalittico, questa potrebbe essere l’ultima cosa che ci resta: scegliere da che parte stare.

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