28 May, 2025 - 14:00

Alessandro Gaetano "custode" della memoria dello zio: il rapporto con il mitico Rino

Alessandro Gaetano "custode" della memoria dello zio: il rapporto con il mitico Rino

La musica può essere un ponte tra generazioni, ma nel caso di Alessandro Gaetano è molto di più: è un’eredità familiare, un gesto d’amore, un dovere morale. Nipote del leggendario Rino Gaetano, Alessandro non si limita a ricordare lo zio, ma ne difende attivamente l’eredità culturale e musicale. A 53 anni, con alle spalle una carriera musicale solida, è diventato il vero e proprio "custode" della memoria del cantautore calabrese, morto prematuramente nel 1981.

Ospite in diverse trasmissioni - da "Oggi è un altro giorno" a "La Volta Buona" - Alessandro ha più volte svelato dettagli inediti della vita privata e artistica di Rino. Dalle lunghe passeggiate insieme ai momenti di gioco condivisi, passando per la nascita della sua passione musicale dopo un incidente in bicicletta, ogni racconto contribuisce a svelare la complessità e la straordinaria umanità dell’artista.

E poi c’è la musica. Alessandro ha fondato la Rino Gaetano Band, un progetto nato per far conoscere il repertorio dello zio alle nuove generazioni. Un omaggio autentico, che mescola nostalgia e passione. Ma non solo ricordi e tributi: Alessandro si è anche fatto sentire, e forte, quando ha dovuto difendere lo zio da strumentalizzazioni politiche. Perché Rino è di tutti, ma non di chiunque.

Rino, zio e guida affettuosa nei ricordi di Alessandro

"Avevo quasi dieci anni quando zio Rino è morto", racconta con voce commossa Alessandro Gaetano, figlio della sorella del celebre cantautore:

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Era molto più di uno zio: è stato un po’ un padre per noi, visto che il nostro lo vedevamo pochissimo. Ci accompagnava a scuola, ci cantava le canzoni, ci faceva gli scherzi. Era presente, giocoso, indimenticabile

La loro era una relazione speciale, fatta di piccoli gesti quotidiani e memorie indelebili. Tra i ricordi più vividi, quello della villa dello zio, con pochi arredi e uno spazio dedicato solo alla creazione:

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Aveva un cucinino per il caffè, una brandina, e una stanza in cui scriveva. Una volta aprii quella porta per errore e mi sgridò: stava componendo qualcosa di importante

Dietro il mito del cantautore ironico e profondo si nascondeva un uomo riservato ma affettuoso, il cui spirito libero ha lasciato un’impronta indelebile in famiglia. E oggi Alessandro racconta quel lato intimo che il pubblico ha solo potuto intuire, restituendo a Rino anche il volto di un tenero e amorevole parente.

La Rino Gaetano Band, un viaggio nella musica dello zio

La Rino Gaetano Band non è solo un tributo musicale, ma un progetto culturale vivo e pulsante, nato nel 1999 da un’idea di Alessandro Gaetano:

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Volevamo riportare in vita il suono degli anni '70 e il messaggio di Rino, che oggi è più attuale che mai

Formata da musicisti affiatati come Ivan Almadori, Alberto Lombardi, Fabio Fraschini, Michele Amadori e Marco Rovinelli, la band non si limita a reinterpretare i brani celebri, ma ricostruisce l’atmosfera dei concerti di Rino con fedeltà e rispetto. Ogni esibizione è una vera e propria esperienza immersiva, tra aneddoti, immagini e la potenza di testi che parlano ancora al cuore degli "ultimi".

Nel tempo, la Rino Gaetano Band è diventata un punto di riferimento per chi vuole conoscere l’opera del cantautore attraverso una lente autentica. Dai festival alle serate evento come il "Rino Gaetano Day", il gruppo tiene viva la voce di un artista che ha saputo raccontare l’Italia con ironia, poesia e una rara lucidità.

Lo scontro con la politica: "Rino non si strumentalizza"

Nel 2024, Alessandro Gaetano è salito agli onori delle cronache non per la musica, ma per una presa di posizione netta: la politica non deve usare l’immagine di Rino Gaetano a fini propagandistici. Il caso scoppiò dopo che Giorgia Meloni usò "A mano a mano" per celebrare la sua vittoria elettorale.

Questo il video su YouTube dell'evento:

"Rino è di tutti, ma non della politica", ha tuonato fermo Alessandro in un’intervista a "La Repubblica", spiegando che la famiglia si dissociava da ogni uso strumentale del nome e della musica dello zio:

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Non è una questione di destra o sinistra: non se ne può più. L’amore del pubblico per Rino non deve essere sfruttato

Una dichiarazione forte, che ha rimarcato l’indipendenza artistica e morale del cantautore e della sua eredità. Per Alessandro, proteggere la memoria di Rino significa anche evitare che venga banalizzata o ridotta a slogan. Perché le parole di Rino erano, e restano, un inno alla coscienza critica e alla libertà di pensiero.

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