28 May, 2025 - 18:31

Come finirà la guerra in Ucraina? JPMorgan delinea quattro scenari: nessuno porta a una pace giusta

Come finirà la guerra in Ucraina? JPMorgan delinea quattro scenari: nessuno porta a una pace giusta

Una pace giusta per l’Ucraina appare sempre più remota. A dirlo non sono analisti militari o politici, ma un colosso della finanza globale: JPMorgan Chase. Il suo centro di analisi geopolitica ha tracciato quattro possibili esiti del conflitto tra Mosca e Kiev, tutti segnati da compromessi o stalli strategici. L’anno chiave sarà il 2025, ma il risultato più realistico, secondo gli esperti, è un cessate il fuoco privo di vere garanzie per il futuro dell’Ucraina. Ecco quali sono gli scenari possibili.

JPMorgan: nel 2025 possibile cessate il fuoco, ma non una pace giusta

Una recente analisi del JPMorganChase Center for Geopolitics, il centro di ricerca geopolitica interna del colosso finanziario statunitense, delinea una prospettiva interessante su come potrebbe finire la guerra tra Russia e Ucraina.

L'analisi geopolitica, pubblicata nel mese di maggio, prevede che il 2025 sarà l’anno dei negoziati e che un accordo di cessate il fuoco potrebbe essere raggiunto durante l'anno in corso.

Secondo tale analisi, tuttavia, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, "probabilmente sarà costretto ad accettare un accordo negoziato con la Russia". Le previsioni, quindi, non indicano il raggiungimento di una pace giusta ed equa, come auspicato da Kiev, ma piuttosto un congelamento del fronte di guerra.

Secondo il rapporto, inoltre, al ritmo attuale delle operazioni militari, la Russia impiegherebbe oltre un secolo per occupare l’intero territorio ucraino. Una previsione che potrebbe spingere il presidente russo, Vladimir Putin, a cercare un accordo che gli consenta di ottenere risultati strategici senza un’escalation militare insostenibile a lungo termine.

La tenuta di un accordo dipenderà dalle concessioni a Putin e dalle garanzie di sicurezza

La durata di qualsiasi accordo, prevede il Centro, dipenderà da diversi fattori. Il primo di questi è la soddisfazione di Putin rispetto alle concessioni non solo ucraine ma anche occidentali. Questo punto sembra essere decisivo, dato che, nell’attuale stato di stallo degli sforzi diplomatici, Zelensky ha già accettato un accordo di cessate il fuoco di 30 giorni senza condizioni. Sono sul tavolo, però, le richieste di Putin, come per esempio la non adesione dell'Ucraina alla NATO, che dovranno essere negoziate prima di avviare una tregua. 

Il secondo punto si concentra sulla solidità delle eventuali promesse di sicurezza. Queste dovrebbero essere sufficientemente forti da scoraggiare nuove aggressioni e dovrebbero consentire, di conseguenza, all'Ucraina di ricostruirsi.

Nella sua versione finale, qualsiasi intesa dovrebbe consentire alle parti di assumersi la responsabilità politica dei termini concordati.

Quattro scenari possibili per il futuro dell’Ucraina

Il Centro prevede quattro scenari possibili che presentano parallelismi con le situazioni attuali di diversi paesi.

Lo scenario “Corea del Sud”

Gli analisti definiscono questo come il caso migliore ma gli attribuiscono una probabilità di realizzazione del 15 per cento. Secondo questo scenario, l'Ucraina non otterrebbe né l'adesione alla NATO né il pieno ripristino del proprio territorio. Tuttavia, verrebbe garantito il dispiegamento di forze di sicurezza europee con il sostegno statunitense.

Con l’80 per cento del territorio ucraino sotto il controllo di Kiev, si prevede un’Ucraina stabile.

La ricostruzione verrebbe avviata grazie alla decisione delle nazioni occidentali di utilizzare circa 300 miliardi di dollari di beni russi congelati.

Lo scenario “Israele”

Questo scenario è stato definito ancora accettabile, con una possibilità di raggiungimento del 20 per cento. In questo caso non è prevista una significativa presenza di truppe straniere. Si prevede che l'Ucraina potrebbe beneficiare di un duraturo supporto economico e militare, a fronte però del fatto che la possibilità di una nuova guerra non svanirebbe mai del tutto.

In uno scenario del genere, Putin punterebbe a ottenere vantaggi economici, come l’allentamento delle sanzioni e un rilancio delle relazioni con Washington.

Lo scenario “Georgia”

Questo modello viene considerato il più probabile, con una possibilità del 50 per cento. Non è previsto supporto militare da parte dell’Occidente. Parallelamente, si prevede una costante instabilità, aggravata da una crescita economica limitata. 

Questo scenario contempla anche un possibile rientro dell’Ucraina nell’orbita russa. La Georgia ha infatti vissuto settimane di proteste nel 2024, in vista delle elezioni parlamentari e presidenziali. I georgiani sono scesi in piazza contro la cosiddetta legge sugli agenti stranieri, una misura che impone a media e Ong che ricevono più del 20 per cento dei finanziamenti dall’estero di registrarsi come “agenti stranieri”. Nonostante il lungo percorso pro-europeo, Bruxelles ha deciso di sospendere il processo di adesione della Georgia all’Unione Europea. Dopo le elezioni, il mondo ha assistito a un maggiore allineamento di Tbilisi a Mosca.

Lo scenario “Bielorussia”

Questo è stato definito come il modello peggiore. Secondo il rapporto, Washington ritirerebbe il sostegno a Kiev e l’Europa non sarebbe in grado di colmare questo vuoto. Nel peggiore dei casi, si ipotizza una rivincita della Russia e una possibile capitolazione dell’Ucraina.

Non si tratterebbe però solo di conseguenze dirette per la sovranità dell’Ucraina ma di effetti sull’intero futuro dell’Europa e sull’ordine internazionale stabilita dopo il secondo dopoguerra.

LEGGI ANCHE