Guai a criticare Marco Travaglio, guai a dire mezza parola contro di lui perché si rischia di finire sbriciolati nella sua rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano "Ma mi faccia il piacere" (che è già tutto un programma per menti raffinate): il pericolo che si corre è quello di essere insultati. E pazienza se questo lunedì coincide con la Festa della Repubblica: con Travaglio c'è sempre poco da festeggiare.
Così, la regola del direttore italiano più putiniano che c'è, tanto da dolersi questa stessa mattina dell'operazione militare ucraina contro obiettivi militari in territorio russo, è stata applicata anche a Fedez, reo di lesa maestà.
Il rapper, infatti, dopo aver fatto pace con Maurizio Gasparri, è intervenuto al congresso dei giovani Forza Italia e ha osato criticare uno dei libri che Travaglio ha dedicato a Berlusconi: quello del 2023, pubblicato subito dopo la morte dell'ex premier. ("Il Santo", Paper First).
Oggi, quindi, puntuale come solo lui sa essere, è arrivata la risposta a mezzo stampa.
Come è nata la lite con Fedez, l'ha ricordato lo stesso Marco Travaglio nel suo editoriale di oggi sul Fatto Quotidiano. Il direttore ha messo all'inizio del suo articolo la frase che il cantante milanese gli ha dedicato nel corso del suo intervento al congresso dei giovani di Forza Italia e che proprio non gli è andata giù.
Del resto, c'era da aspettarselo: Travaglio non è un tipo che lascia passare. Tutt'altro: è uno che si lega tutto al dito. E Fedez, secondo lui, ha travalicato il limite quando ha osato dire:
A questa insinuazione, a questa mezza critica per il suo lavoro, Travaglio come ha risposto? Beh, alla sua maniera:
E insomma: Fedez è troppo ignorante per godere dell'alto giornalismo a firma Marco Travaglio.
Ma non solo: dato che in Italia, buono e giusto (nonché erede di Indro Montanelli, come si autoproclama) c'è solo lui, Travaglio ha anche fatto notare che Fedez, criticandolo, si è anche contraddetto. E su cosa ha basato questa convinzione il super direttore del Fatto che nella sua carriera ha firmato almeno 19 libri contro Berlusconi (l'ultimo, appunto, quando era morto, tanto "per non dimenticare nulla")? Su un testo di una vecchia canzone del rapper, "Meno male che Silvio c'è" del 2013.
E insomma: a Travaglio qualcosa non torna se un rapper lo critica dopo aver scritto e cantato questo:
Dopo aver riportato nel suo articolo il testo di Fedez, Travaglio, nel suo stile, ha aggiunto:
rallegrandosi, evidentemente, del fatto che un uomo non ci sia più. Ma, evidentemente, senza smettere di insultare.
Oggi così vanno le cose, quindi. Eppure, c'è stato un tempo in cui Travaglio e Fedez andavano d'accordo: quando anche il cantante si dimostrava vicino alle battaglie del Movimento Cinque Stelle.
Poi i rapporti si sono incrinati circa un anno fa, quando Travaglio fu ospite di Mucchio Selvaggio, il podcast di allora di Fedez, e gli fu rinfacciata la campagna di stampa contro Chiara Ferragni sul cosiddetto "Pandorogate" portata avanti sul Fatto soprattutto da Selvaggia Lucarelli.
Per Fedez era bullismo. Ma era solo l'inizio della fine di un'amicizia.