04 Jun, 2025 - 10:22

Perché il cardinale Zuppi attacca il governo Meloni? C'entrano un sacco di soldi (e il referendum)

Perché il cardinale Zuppi attacca il governo Meloni? C'entrano un sacco di soldi (e il referendum)

A Palazzo Chigi e dintorni, nessuno di certo pregherà recitando un Padre nostro, dacci oggi la nostra polemica quotidiana. Ma questa volta l'esecutivo deve stare in guardia anche dai vescovi italiani.

Perché? Beh, nel giro di poche ore, sono stati ben due i fronti che i porporati italiani hanno aperto contro il Governo Meloni. Il primo sul referendum; il secondo sull'otto per mille: ballano un sacco di soldi.

Così, sui giornali di oggi, si torna a leggere il nome di Matteo Zuppi, il cardinale presidente della Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, che dopo essere stato il beniamino di buona parte della stampa italiana in occasione del conclave del mese scorso, ora guida la crociata antimeloniana.

Zuppi contro il Governo: soldi e referendum al centro della disputa

E quindi: perché Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio autodefinitasi "cristiana", è attaccata dalla Chiesa? 

L'argomento di stretta attualità è legato all'otto per mille ed è stato sollevato ieri da Zuppi nel corso di un convegno dell'Istituto centrale per il sostentamento del clero a quarant'anni dal Concordato bis, l'accordo siglato a Villa Madama nel 1984 tra il Governo Craxi e la Santa Sede con il quale si regolavano i rapporti tra Stato e Chiesa dopo i Patti Lateranensi del 1929. L'anno scorso, fu anche coniato un francobollo per la ricorrenza.

Ora, però, i rapporti sembrano prendere una brutta china. 

A dividere Stato e Chiesa è la destinazione dei fondi dell'otto per mille.

I contribuenti, da quest'anno, hanno la possibilità di destinare la quota del gettito Irpef anche al recupero dalle tossidipendenze nonché da altre dipendenze patologiche. Ma questa ulteriore opzione non piace alla Chiesa.

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Esprimiamo delusione per la scelta del governo di modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione dell'8 per mille di pertinenza dello Stato

ha dichiarato Zuppi, secondo il quale si tratta di una scelta che va contro la realtà pattizia dell'accordo stesso:

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Ne sfalsa oggettivamente la logica e il funzionamento creando una disparità che danneggia sia la Chiesa cattolica che le altre confessioni religiose firmatarie delle intese con lo Stato

ipse dixit.

Stato e Chiesa litigano per quanti soldi?

Ma di quanti soldi si tratta? Qual è la somma al centro della contesa tra Stato e Chiesa?

Il gettito dell'otto per mille è di circa 1,3 miliardi di euro. Ma per la destinazione di questo tesoro sono sempre di meno le persone che scelgono come beneficiaria la Chiesa: l'ultimo dato dice che si accaparra 990 milioni. Ma in un solo anno, dal 2021 al 2022, la percentuale di chi l'ha scelta è passata dal 69,5% al 67,2%.

Come dire: per questo il campanello d'allarme sta già suonando da tempo. Nonostante spot come questo

Ora: lo stesso Zuppi ha tenuto a chiarire che alla Chiesa interessano i poveri, non i soldi.

Ma tant'è: il Governo Meloni, da parte sua, ha precisato che la modifica alla legge che regola l'otto per mille fu introdotta dal Conte due con l'introduzione della possibilità per il contribuente di poter scegliere direttamente, in caso di scelta dell'otto per mille allo Stato, a quale delle cinque tipologie di intervento destinare il proprio contributo. Il governo Meloni ha solo inserito una tipologia in più: il recupero dalle dipendenze.

Lo scontro tra Stato e Chiesa, il fronte del referendum

E comunque: non solo di otto per mille si nutre lo scontro tra Stato e Chiesa. L'altro fronte aperto è quello del referendum. Anche in questo caso le posizioni del Governo e della Cei sono diametralmente opposte. Il primo mira a far fallire la consultazione popolare, la seconda è per il sì: sempre ieri, il vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana Francesco Savino ha invitato gli italiani ad andare a votare:

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Non bisogna sottrarsi all'appuntamento con la propria coscienza e con la comunità. L'astensione può diventare una forma di impotenza deliberata, un silenzio che svuota la democrazia

Ma non certo l'ultimo scontro tra Stato e Chiesa.

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