04 Jun, 2025 - 11:20

Nicoletta Romanoff, sangue blu e origini da favola: il legame con gli zar di Russia

Nicoletta Romanoff, sangue blu e origini da favola: il legame con gli zar di Russia

Non tutte le principesse vivono in un castello. Alcune recitano nei film e calcano i red carpet. È il caso di Nicoletta Romanoff, attrice italiana con un cognome che racconta molto più di quanto sembri…

Dietro lo sguardo intenso e i lineamenti raffinati di Nicoletta Romanoff si cela una storia personale degna di un romanzo storico - con tanto di zar, tragedie familiari e resilienza tutta italiana. Il suo vero nome è Nicoletta Consolo, ma il pubblico la conosce con un cognome che evoca immediatamente corone imperiali, palazzi innevati e la grande Russia dei Romanov. Non si tratta di un vezzo artistico qualsiasi: Nicoletta discende davvero dagli ultimi zar di Russia.

E se il nome colpisce, la sua biografia lascia senza parole. Un mix di nobiltà, spiritualità, forza e dolore che ha segnato la sua vita e la sua carriera, rendendola un personaggio unico nel panorama dello spettacolo italiano.

Nobile di nome e di fatto: il legame con gli zar

Quando ha scelto "Romanoff" come nome d’arte, Nicoletta non cercava solo un nome evocativo: stava rendendo omaggio alla sua vera discendenza. Da parte di madre, infatti, l’attrice è direttamente imparentata con la dinastia imperiale russa. Sua madre, Natalia Nikolaevna Romanova, è figlia del principe Nikolai Romanovich Romanov e della contessa toscana Sveva Della Gherardesca. Un pedigree nobiliare da togliere il fiato.

I nonni materni di Nicoletta Romanoff incarnano infatti un’unione tra due mondi aristocratici affascinanti e lontani: la nobiltà russa in esilio e l’antichissima aristocrazia toscana. Il principe Nicholas Romanovich Romanov - discendente diretto degli zar di Russia e rifugiato politico dopo la Rivoluzione - ha sposato nel 1951 la contessa Sveva Della Gherardesca, rampolla di una delle famiglie più blasonate della Toscana. Il loro amore è stato suggellato da una doppia cerimonia: prima a Firenze, poi con rito ortodosso a Cannes.

La coppia si è stabilita per anni in Toscana, dove Nicholas, rimasto apolide dopo la caduta della monarchia russa, si è occupato della tenuta agricola della moglie, gestendo un’estesa azienda agricola con allevamento e produzione vinicola. Dopo la vendita del podere, il principe senza patria e la contessa si sono trasferiti tra l’Italia e la Svizzera, a Rougemont, portando avanti uno stile di vita riservato ma sempre intriso di tradizione e cultura.

Solo nel 1988 Nicholas Romanov ha ottenuto la cittadinanza italiana e ha potuto infine visitare la Russia nel 1992, in occasione del 30esimo anniversario con la moglie, come uomo libero e in veste di rappresentante di un gruppo di imprenditori. Un passato importante, fatto di fuga, esilio e rinascita, che Nicoletta porta nel suo DNA e che ha influenzato profondamente la sua sensibilità. Non solo glamour, quindi, ma anche tanta storia personale alle spalle.

Questo fa di Nicoletta Romanoff una discendente diretta degli zar Nicola I, Paolo I e della leggendaria Caterina la Grande. Ma non solo: è anche lontana cugina dei Savoia: "Con Emanuele Filiberto ci conosciamo ma non ci siamo mai frequentati per ragioni d’età", ha dichiarato con disinvoltura.

Eppure, nonostante un’eredità così imponente, Nicoletta ha sempre tenuto a sottolineare che il "sangue blu" per lei è più culturale che materiale. A trasmetterle il senso delle radici è stato soprattutto il nonno Nicola: uno storico appassionato che le diceva "Se non hai letto un libro almeno otto volte, lo hai solo sfogliato". Una principessa, sì, ma col naso nei libri e i piedi ben piantati a terra.

Una perdita devastante: la morte del padre

Suo padre, Giuseppe Consolo, era un uomo di rilievo nella società italiana: avvocato, senatore della Repubblica e figura centrale nella vita di Nicoletta. La loro relazione è stata profonda e intensa, come se ne vedono poche tra padre e figlia. Eppure, il destino non ha sorriso alla bella attrice.

Dopo il dolore straziante per la perdita prematura dell'adorato fratello Enzo Manfredi, suicidatosi a soli 21 anni, Nicoletta Romanoff ha dovuto fare i conti anche con la tragica scomparsa del genitore, avvenuta nel luglio 2024 a causa di un incidente in mare, ha lasciato nell’attrice una ferita dolorosa e aperta.

"Credevo di essere altamente vaccinata al dolore", ha confidato. "Invece il dolore per mio padre ha riaperto quello per la mancanza di mio fratello". Una doppia perdita che ha scosso profondamente l’equilibrio di Nicoletta, costringendola a trovare forza nella spiritualità e nella fede, sebbene spesso messe alla prova.

Il fratello Enzo, infatti, si era tolto la vita nel 1997, lasciando un vuoto mai completamente colmato. "Lo strazio è l’amore che provi e non puoi più dare", ha dichiarato in una toccante intervista, mostrandosi per ciò che è davvero: una donna forte, ma profondamente umana. A lui ha voluto dedicare le pagine del libro "Come il tralcio alla vite", un memoir dove l'attrice ha raccolto se stessa, il suo dolore e la sua voglia di rinascita.

Una madre tra nobiltà e normalità

Nicoletta Romanoff, però, non è rimasta da sola. Ad affrontare tutto questo accanto a lei, da sempre, c’è la madre Natalia. Principessa russa, sì, ma anche mamma concreta, capace di bilanciare rigore e affetto. In casa Romanoff, la storia conviveva con il quotidiano. "Basta, lasciami spettegolare un po’ con le mie nipoti!", diceva la nonna Sveva quando il nonno diventava troppo accademico.

Nicoletta ha assorbito questa dualità: l’importanza della tradizione, ma anche la leggerezza della vita vera. E la madre l'ha sempre accompagnata, passo dopo passo, dalla scelta del liceo linguistico a Parigi, dove l'attrice ha studiato storia dell’arte ed esordito come modella, prima di affermarsi come attrice. Nicoletta non ha mai cavalcato il suo cognome per ottenere successo, ma lo ha usato per raccontare una storia: la sua.

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