La terza stagione di Ginny & Georgia, appena rilasciata su Netflix, si chiude con un mix di emozioni forti e alcune rivelazioni sconvolgenti.
Se non amate gli spoiler, interrompete qui la lettura. Altrimenti andate avanti a vostro rischio e pericolo.
Georgia, dopo essere stata arrestata per l'omicidio di Tom Fuller, affronta un processo che mette a dura prova la sua famiglia. Grazie alla testimonianza del figlio Austin, che mente per proteggerla, però, viene assolta, ma la sua reputazione è definitivamente compromessa e il matrimonio con Paul inevitabilmente arriva al capolinea.
Nel frattempo, Ginny e Marcus si riavvicinano, mentre Georgia e Joe condividono un momento di intimità, seguito da una confessione scioccante: Georgia ammette di essere responsabile delle morti di Tom e del suo precedente marito, Kenny.
Scopriamo tutti i dettagli nell'articolo.
Prima di continuare con la lettura, guarda il trailer ufficiale:
Il finale della terza stagione di Ginny & Georgia ha lasciato, ancora una volta, il pubblico con il fiato sospeso.
La narrazione riprende dall'arresto di Georgia, accusata dell'omicidio di Tom Fuller, il marito malato terminale della sua vicina Cynthia.
In un primo momento, la cerchia di amici e familiari di Georgia si stringe attorno a lei, per offrirle supporto incondizionato.
Ma questa solidarietà inizia a sgretolarsi quando l'investigatore privato Gabriel Cordova sale sul banco dei testimoni. Le sue parole sono macigni: accusa la sindaca di Wellsbury non solo di quell'omicidio, ma di essere una vera e propria serial killer.
Con la rivelazione pubblica dei dettagli riguardanti i suoi due precedenti mariti deceduti e la diffusione di una poesia piuttosto compromettente scritta da Ginny (un elemento chiave della seconda stagione), il castello di bugie di Georgia crolla e mostra al mondo la sua vera, complessa natura.
Nonostante la consapevolezza della sua colpevolezza, i figli vogliono comunque vederla libera.
La vita di Ginny, già turbolenta, subisce un ulteriore scossone, specialmente dopo la rottura con Marcus, che le confessa di non amarla più.
Sia lei che Austin vengono allontanati dalla casa materna e affidati ai rispettivi padri biologici. Questa sistemazione si rivela particolarmente problematica per Austin, data la nota inclinazione alla violenza di suo padre, Gil.
La situazione sembra precipitare definitivamente quando Paul, il marito di Georgia, annuncia pubblicamente la sua intenzione di divorziare.
Georgia stessa era quasi certa di una condanna. L'etichetta di "Sindaca Assassina" le si era ormai appiccicata addosso, e, in fondo, non era lontana dalla verità.
Dopo un iniziale tentativo di fuga, Georgia prende la decisione, insolitamente saggia per lei, di costituirsi, principalmente per non perdere la possibilità di vedere i suoi figli, seppur attraverso le sbarre di una prigione. Per un istante, sembra che Georgia sia pronta ad assumersi la responsabilità delle sue azioni.
Ma il colpo di scena arriva quando Simone, l'avvocato di Georgia, chiama Austin a testimoniare. Il bambino sorprende l'intera aula con un'ultima, disperata bugia per salvare sua madre.
Austin per salvare sua madre, mente in tribunale e afferma di aver visto suo padre, Gil, entrare nella stanza di Tom Fuller e soffocarlo con un cuscino.
Una versione dei fatti palesemente falsa, ma che pianta il seme del dubbio nella giuria.
Quando Cynthia Fuller, la vedova di Tom, sale al banco e sostiene che Gil avrebbe potuto effettivamente introdursi in casa sua e uccidere il marito senza essere notato, il ragionevole dubbio si insinua nella giuria, portando a un verdetto di "non colpevolezza" per Georgia.
Le dichiarazioni di Austin e Cynthia non solo assicurano a Georgia la libertà, ma ribaltano completamente la percezione pubblica. Da "Sindaca Assassina", Georgia si trasforma in una vittima compassionevole di violenza domestica, ingiustamente accusata per un crimine commesso dal suo aguzzino.
Di conseguenza, la donna torna a casa, accolta da una comunità che ora la guarda con un affetto e una comprensione mai sperimentati prima.
Ma dietro questa incredibile svolta c'è una mente strategica: Ginny. È lei la vera artefice della salvezza della madre.
Dopo tre stagioni passate a lottare per non diventare come Georgia, Ginny abbraccia il lato più oscuro e manipolatore della sua personalità.
Disperata, fa ciò che ha imparato dalla madre: mente e manipola. Convince Austin a tradire il padre è relativamente semplice, mostrandogli i segni della violenza di Gil sul suo braccio.
Con Cynthia, la tattica è più sottile: Ginny la minaccia di rivelare la sua relazione extraconiugale con Joe, utilizzando le registrazioni delle telecamere del Blue Farm Café come prova.
Questo darebbe a Cynthia un movente per l'omicidio del marito, costringendola a sostenere la versione di Austin.
Naturalmente, queste azioni avranno pesanti ripercussioni psicologiche su Ginny e Austin. Gil era indubbiamente una figura negativa, ma Austin voleva comunque bene a suo padre.
Aver assistito all'omicidio commesso dalla madre e aver poi incolpato ingiustamente il padre lo segneranno profondamente.
Ginny, d'altro canto, si assume ora la piena responsabilità morale delle future azioni di Georgia: se sua madre dovesse fare del male ancora, sarà anche a causa della sua libertà riconquistata grazie alle macchinazioni della figlia.
Infine, la dinamica tra Georgia e gli uomini della sua vita si ridefinisce. Paul, che doveva essere il suo "principe azzurro", la abbandona pubblicamente con il divorzio, una mossa che gli si ritorce contro dopo l'assoluzione. Joe, al contrario, rimane costantemente al fianco di Georgia.
Dopo il rilascio, Georgia gli confessa persino la verità sul suo passato omicida. A differenza di Paul e Zion, Joe accetta ogni sfaccettatura di Georgia, ed è pronto ad amare ogni lato di lei.