Dietro l’energia e il sorriso smagliante di Terence Hill si nasconde il cuore di un uomo che ha sofferto e che ha fatto i conti con una malattia spesso definita invisibile, la depressione, dopo la morte di suo figlio Ross Hill, scomparso a causa di un tragico incidente stradale.
La vita dell’attore che si è fatto amare dal pubblico italiano per gli iconici film spaghetti western con l’amico Bud Spencer, e poi per il suo ruolo nella fortunata serie Don Matteo, ha vissuto momenti molto bui. La sua grande forza d’animo e l’affetto della sua famiglia, nel tempo gli hanno permesso di imparare a convivere con questa sofferenza.
Nel 1990 Terence Hill ha dovuto affrontare un tragico evento che ha segnato per sempre la sua vita e quella della sua famiglia e che lo ha fatto sprofondare nella depressione. Il celebre attore si è ammalato dopo la morte del suo figlio adottivo, Ross Hill, morto tragicamente in un incidente stradale all’età di 16 anni.
Il ragazzo, classe 1973, era stato adottato in Germania da Hill e sua moglie Lori. La coppia precedentemente aveva avuto un altro figlio, Jess (1969). In quegli anni tutta la famiglia viveva in America e Ross aveva da poco cominciato ad andare al college, il Middlesex College. Anche il giovane aveva deciso di seguire la sua più grande passione, la recitazione, proprio come suo padre, con cui aveva lavorato in diverse occasioni.
La perdita di un figlio è un dolore dal quale non si può guarire, mai. E lo sa bene, sfortunatamente, Terence Hill, colpito, oltre che da una profonda sofferenza, anche da una malattia.
L’attore ha vissuto un lungo periodo di depressione, quasi 10 anni, dopo che il figlio Ross, il 30 gennaio 1990, è morto in un incidente stradale. L’auto su cui viaggiava il 16enne, insieme all’amico Kevin, ha sbandato per colpa di una lastra di ghiaccio, finendo contro un albero.
Per il ragazzo non c’è stato nulla da fare ed è morto sul colpo. Anche l’altro giovane morì, poco dopo, in ospedale.
Il dolore per la morte del figlio Ross non è mai scomparso, ma Terence Hill è riuscito a sconfiggere la malattia grazie al suo lavoro, oltre che all’affetto della sua famiglia. L’attore stesso ha rivelato che in quel momento non sentiva di avere le forze per recitare; poi però è riuscito a tornare in scena e a ritrovare un po’ di serenità.
Nel 2001 in un’intervista a Famiglia Cristiana, ha raccontato come il lavoro e la fede siano stati per lui una sorta di forza motrice per non abbandonarsi per sempre alla depressione: