I primi exit poll per i Referendum 2025 saranno diffusi subito dopo la chiusura delle urne, alle 15,00 di lunedì 9 giugno.
Le prime informazioni riguarderanno il dato più atteso: il raggiungimento del quorum, condizione imprescindibile per la validità della consultazione.
Come previsto dalla legge, i referendum abrogativi sono validi solo se si reca alle urne almeno il 50% più uno degli aventi diritto. In caso contrario, il voto sarà considerato nullo, indipendentemente dall'esito.
Successivamente saranno rese note le previsioni relative agli esiti della consultazione, nello specifico le percentuali dei 'sì' e dei 'no'.
Tra gli appelli al voto del centrosinistra e gli inviti ad andare al mare della maggior parte dei partiti di centrodestra, i cittadini italiani avranno tempo fino alle 23 di domenica e dalle 7,00 alle 15,00 di lunedì per recarsi ai seggi ed esprimere la propria preferenza sui cinque quesiti oggetto di referendum.
I risultati ufficiali delle consultazioni referendarie si conosceranno solo a spoglio ultimato, ma le prime previsioni dovrebbero essere diffuse subito dopo la chiusura delle urne alle 15,00 di lunedì 9 giugno.
I primi exit poll relativi ai Referendum 2025, riguarderanno l'affluenza e il raggiungimento del quorum (50% più uno dei votanti) e forniranno una prima chiave per le analisi politiche del voto.
Successivamente si procederà con le stime sull’esito dei cinque quesiti referendari, con le percentuali di 'sì' e 'no'. Il conteggio effettivo delle schede potrà confermare o smentire le previsioni, restituendo il quadro definitivo del voto.
Alle 12,00 di domenica 8 giugno 2025 il dato parziale dell'affluenza alle urne era del 7,42%. Troppo basso per poter dormire sogni tranquilli. Secondo molti analisti, una partenza così lenta rischia di compromettere il raggiungimento del quorum. L’attenzione è ora tutta rivolta al dato delle 23 – alla fine della prima giornata di voto – per capire se ci siano margini di recupero nella giornata decisiva di lunedì.
Il quorum, dunque, è il sorvegliato speciale, poiché dal suo raggiungimento è legata la validità del risultato certificato dalle urne. Ma nel bilancio politico del referendum 2025 conterà anche – e forse soprattutto – il numero effettivo dei votanti e l’entità dei ‘sì’ espressi alle urne.
???? #Referendum: l'affluenza è stata più alta nel centro-nord, non raggiunge il 6% nel sud. Rilevante anche la dimensione della città: nelle città con più di 100 mila abitanti supera il 9%, mentre scende sotto il 7% nei piccoli centri.#MaratonaYoutrend pic.twitter.com/Kpr9Hcnvx6
— Youtrend (@you_trend) June 8, 2025
Nel corso delle settimane, la consultazione ha progressivamente assunto un peso politico ben oltre il merito dei quesiti. Si è trasformata in un vero e proprio test di metà mandato per il governo Meloni, e in un banco di prova per un centrosinistra alla ricerca di slancio verso le Politiche del 2027.
Le opposizioni hanno puntato tutto sulla personalizzazione del voto, cercando di mobilitare l’elettorato e trasformare il referendum in una sorta di giudizio sull’operato dell’esecutivo. Al contrario, il centrodestra ha scelto di concentrare la propria strategia sulla promozione dell’astensione, facendo leva sull’arma del ‘non voto’ per depotenziare l’effetto della consultazione.
Una vittoria dei ‘sì’ assumerebbe inevitabilmente il significato di una bocciatura delle politiche del governo in materia di lavoro, diritti e cittadinanza. Un segnale politico chiaro, che potrebbe pesare sulla seconda metà della legislatura.