10 Jun, 2025 - 15:49

Tasse, chi dichiara meno del dovuto in Italia? La classifica 2025 dei settori che evadono di più

Tasse, chi dichiara meno del dovuto in Italia? La classifica 2025 dei settori che evadono di più

Tasse nuovamente sotto i riflettori, ma questa volta non c'è da rallegrarsi. Ogni anno, milioni di contribuenti sono chiamati a dichiarare i propri redditi, ma tra ciò che viene scritto e ciò che viene realmente incassato il divario può essere notevole.

Le dichiarazioni 2024 relative all’anno d’imposta 2023 lo confermano: esistono intere categorie professionali e settori economici dove le cifre ufficiali risultano poco credibili, soprattutto se confrontate con il tenore di vita o con i volumi d’affari osservabili.

Il Dipartimento delle Finanze ha reso noti i dati che alimentano il sospetto: gioiellieri, ristoratori, farmacisti, consulenti e persino discoteche dichiarano in media cifre molto basse.

Il sistema ISA (Indici sintetici di affidabilità fiscale), introdotto per valutare la coerenza del reddito dichiarato, sta rivelando anomalie significative. Ma dove si concentra maggiormente l’evasione? Quali sono le categorie più a rischio? E come funziona il sistema che dovrebbe garantire equità nel pagamento delle imposte?

Prima di dare una risposta esauriente ai diversi quesiti, vi lasciamo al video YouTube del dott. Danilo Sciuto, sul funzionamento degli ISA.

Chi evade di più le tasse in Italia: la classifica 2025 

Secondo i dati analizzati dal Ministero dell’Economia, alcuni comparti presentano una percentuale altissima di dichiarazioni giudicate inaffidabili.

Il record negativo spetta alle discoteche, dove il 77% degli operatori risulta sotto la soglia minima di affidabilità fiscale. Seguono panetterie (70%), consulenti e intermediari finanziari (68%), mercerie e negozi di giocattoli (67%), fino ad arrivare a settori apparentemente “solidi” come le gioiellerie e pelliccerie, che registrano anch’esse un preoccupante 65% di contribuenti ritenuti inaffidabili.

Nel comparto della ristorazione, dove i costi fissi sono elevati e la pressione fiscale forte, la situazione è altrettanto anomala: i redditi medi dichiarati si aggirano attorno ai 15.000 euro l’anno, una cifra che rende difficile giustificare la sopravvivenza stessa di molte attività. Eppure, all’interno dello stesso settore, alcuni soggetti dichiarano oltre 60.000 euro, segno che il divario tra “virtuosi” e “sospetti” è molto marcato.

Tasse e partite IVA, quali sono i settori meno affidabili secondo l’algoritmo

Con quasi 6 milioni di partite IVA attive in Italia, il sistema fiscale si affida sempre più a strumenti digitali per identificare comportamenti anomali.

L’algoritmo ISA assegna un voto da 1 a 10 sulla base delle dichiarazioni presentate negli ultimi cinque anni: dall’8 in su si è considerati affidabili, sotto il 6 si può essere soggetti a controlli mirati.

Categorie come i consulenti finanziari e gli albergatori sono tra le più criticate: nel primo caso, il 70% non raggiunge il punteggio minimo, con redditi medi ben distanti da quelli dei professionisti che dichiarano correttamente.

Anche B&B, campeggi e stabilimenti balneari risultano sotto osservazione: oltre il 50% dei titolari dichiara meno di 18.000 euro annui.

Allarmante anche il dato relativo ai dentisti, dove il 48% non supera la soglia di affidabilità, mentre gli studi medici, grazie alla tracciabilità obbligatoria dei pagamenti, risultano tra i più regolari.

Evasione fiscale e tasse, un problema di sistema o di metodo?

L’evasione fiscale in Italia non è solo un problema di onestà individuale, ma anche di inefficienza strutturale. L’attuale meccanismo di pagamento delle tasse, basato su dichiarazioni retroattive, fatica a tenere il passo con la digitalizzazione delle transazioni.

Nonostante l’introduzione della fatturazione elettronica e l’enorme quantità di dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, il sistema continua a basarsi su stime e autocertificazioni.

L’algoritmo, sebbene utile, può sbagliare in entrambe le direzioni: premiare chi ha sempre sottodichiarato mantenendo un basso profilo, o penalizzare chi ha vissuto un anno difficile per ragioni personali o straordinarie.

La vera svolta potrebbe arrivare con un sistema di tassazione per cassa, capace di rilevare automaticamente entrate e uscite, rendendo trasparente e in tempo reale il calcolo del dovuto.

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