L’amministrazione Trump trasferirà nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo anche immigrati irregolari italiani ed europei. A rivelarlo è stato il Washington Post – il principale quotidiano USA – citando fonti anonime di funzionari governativi a conoscenza della questione.
La notizia, pubblicata nella versione online del giornale, ha immediatamente fatto il giro del mondo mettendo in allarme le cancellerie di mezza Europa, Palazzo Chigi compreso.
Se le indiscrezioni dovessero rivelarsi vere, il piano di Donald Trump per la più grande deportazione di migranti irregolari nella storia americana avrà inevitabili ripercussioni sui rapporti tra Italia e Washington.
Nel frattempo l’opposizione di centrosinistra ha chiesto al governo italiano di riferire in Aula per fare chiarezza sulla sorte dei nostri connazionali oltreoceano.
Cosa c’è di vero nello scoop del quotidiano statunitense? Ecco cosa succedendo tra Usa e Italia.
È vero che tra i 9000 immigrati irregolari che il governo statunitense trasferirà nella famigerata prigione di Guantanamo Bay a Cuba ci sono anche diversi cittadini italiani? Secondo quanto riportato dal principale quotidiano americano – che cita fonti anonime dell’amministrazione Trump – sarebbe molto più che probabile.
Il Washington Post scrive che tra le migliaia di cittadini stranieri irregolari presenti negli Stati Uniti – che l’amministrazione Trump trasferirà nella prigione americana a partire dalla prossima settimana - molti provengono dall’Europa, e da nazioni considerate ‘amiche’ dalla Casa Bianca, tra cui Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Irlanda, Polonia e Turchia.
Al momento dal Dipartimento di Stato Usa non sono arrivati commenti o smentite. Il trasferimento a Guantanamo dovrebbe essere solo una ‘fase intermedia’, prima del rimpatrio dei deportati europei nei paesi di origine. In tutto il Paese, intanto, crescono le proteste contro le politiche migratorie del presidente americano.
Sulla sorte dei cittadini italiani oggi – mercoledì 11 giugno 2025 – è intervenuto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani che, a “Non stop news” su Rtl 102.5, ha chiarito che a essere trasferiti nella base militare di Guantanamo dovrebbero essere solo i clandestini degli Stati che non accettano il rimpatrio e che questo non sarebbe il caso dell’Italia.
Ha chiarito il vicepremier, che ha annunciato una telefonata in programma domani pomeriggio, con il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, per avere maggiori chiarimenti sulla vicenda.
ha poi concluso.
Le rassicurazioni del ministro Tajani non sono servite a placare la polemica politica che sta montando dopo le indiscrezioni del Washington Post.
In apertura di seduta alla Camera i rappresentanti di Alleanza Verdi Sinistra, +Europa, Partito democratico, Movimento 5 stelle e Azione hanno chiesto che il ministro degli Esteri Antonio Tajani riferisca immediatamente in Aula.
“Quel che accade negli Usa è disgustoso, una forma di fascismo”, ha dichiarato Angelo Bonelli (Avs). Benedetto Della Vedova (+Europa) ha definito la vicenda “un fatto gravissimo”, mentre Toni Ricciardi (Pd) ha denunciato “l’eccesso di afonia del ministro”.
È assolutamente intollerabile che il Ministro degli Esteri riferisca della sorte degli italiani che sarebbero detenuti (o destinati) a Guantanamo facendosi intervistare dai media. Anche in questo caso, come sua abitudine, #Tajani evita il Parlamento: ciò che un Ministro degli…
— Ivan Scalfarotto ???????????????????????? (@ivanscalfarotto) June 11, 2025
Anche Andrea Quartini (M5s) ha attaccato: “Basta con il suprematismo americano che sta facendo danni”. Ivan Scalfarotto (Iv) ha criticato Tajani per essersi espresso solo attraverso i media, chiedendo la convocazione urgente dell’Ambasciatore Usa. Riccardo Magi (+Europa) ha paragonato la strategia di Trump al “Modello Albania” promosso da Meloni, chiedendosi ironicamente “a quando la passerella a Guantanamo”.
Danilo Della Valle (M5s) ha chiesto una reazione della Commissione europea: “Deportazioni come queste sono inaccettabili”. Raffaella Paita (Iv) ha definito l’ipotesi “indecente e immorale”, chiedendo al governo di agire in difesa dei cittadini italiani.
Il centro di detenzione di Guantanamo è un carcere di massima sicurezza statunitense situato nella base navale USA di Guantanamo Bay a Cuba. Nel 2002, dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre è stato ampliato dall’amministrazione Bush per detenere persone sospettate di terrorismo.
Non si trova sul territorio statunitense propriamente detto, il che ha permesso al governo di aggirare alcune garanzie legali previste dalla Costituzione USA.
Il carcere è diventato tristemente famoso per le gravi violazioni dei diritti umani, come torture, detenzioni senza processo e isolamento prolungato. Amnesty International e altre organizzazioni internazionali ne chiedono da anni la chiusura. Sebbene vari presidenti abbiano promesso di smantellarlo, il carcere è ancora operativo.