Dopo la decisione di Netanyahu di colpire i siti nucleari dell'Iran anche l'Italia è a rischio?
È questa la domanda che dall'alba di oggi, appena si è diffusa la notizia dell'inizio dell'operazione Rising Lion, si stanno ponendo anche a Palazzo Chigi.
La premier Giorgia Meloni ha convocato un summit con gli alleati di governo per fare il punto della situazione su uno scenario geopolitico internazionale che si fa sempre più drammatico.
Purtroppo, le speranze di una pace da oggi sono ancora più lontane considerato che Israele non ha aperto il nuovo fronte di guerra contro il regime degli ayatolah come un fulmine a ciel sereno, ma perché Teheran da anni si batte per eliminare lo stato ebraico, finanzia i gruppi terroristi come Hamas e non ha rispettato gli accordi che prevedevano lo stop al processo di nuclearizzazione delle sue testate militari.
Per questo Tel Aviv parla di un'azione preventiva.
Ma l'Italia, in tutto questo, che conseguenze deve attendersi? Le parole dell'ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Pedel sono state quanto mai chiare e decise a tal proposito.
L'inizio dell'operazione Rising Lion apre una nuova pagina nei conflitti che stanno caratterizzando questi anni, con l'Occidente finito nel mirino di regimi autoritari come quello della Russia di Putin e dell'Iran dell'ayatollah Khamenei, non a caso alleati in ambito internazionale.
Ma ora cosa dobbiamo aspettarci? Le cancellerie di tutto il mondo, compresa quella italiana, già sono state allertate. Soprattutto dopo che l'ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Peled, ha denunciato i piani di Teheran per lanciare una nuova invasione del territorio di Israele attraverso milizie alleate:
Secondo Peled, il successo dell'attacco di Hamas dell'ottobre 2023 ha spinto Teheran a considerare l'invasione come "un'importante componente della sua strategia per distruggere lo Stato di Israele":
ha denunciato il diplomatico.
Fatto sta che il pericolo iraniano non si circoscrive solo contro l'unica democrazia del Medio Oriente, Israele, ma si allarga drammaticamente anche ad altri Paesi, tra cui l'Italia, ha avvertito l'ambasciatore Peled:
Ma, oltre alla corsa nucleare, Israele, tramite il suo portavoce a Roma, si è detta preoccupata anche dalla crescita del programma missilistico iraniano:
C'è da dire che solo lo scorso anno l'Iran ha lanciato 300 missili balistici contro Israele, tutti fortunatamente intercettati.
sono state le parole di Peled.
L'Italia, quindi, è in pericolo? Siamo anche noi minacciati direttamente dall'Iran che aspira a diventare una potenza nucleare?
Fonti di Palazzo Chigi hanno già fatto sapere che il governo ha già fatto scattare il livello di massima allerta per la nostra intelligence allo scopo di impedire atti terroristici nel nostro territorio.
Ma anche a livello militare l'attenzione è massima e i contatti con gli alleati a livello Nato si sono già intensificati. Questo, anche perché le compagnie aeree israeliane hanno avuto il permesso di spostare i loro aerei in Europa e da oggi fanno base anche negli scali di Fiumicino e Malpensa.
L'obiettivo del ministro degli Esteri Antonio Tajani, come spiegato questa mattina ai giornalisti, è quello di evitare un'escalation
#Israele, #Tajani dopo l'attacco di Tel Aviv a Teheran: "Non c'è stato nessun problema per gli italiani che vivono in #Iran e Israele. Ho parlato con il ministro degli Esteri israeliano e ho chiesto di evitare un'#escalation, parlerò con il corrispettivo iraniano" pic.twitter.com/PMkjELoBTg
— Tag24 (@Tag24news) June 13, 2025