In un'intervista concessa al direttore di Fanpage Francesco Cancellato, Giuseppe Conte ha ammesso che quando era premier ha spiato Luca Casarini, l'attivista ex leader no global tra i fondatori della ong Mediterranea.
Ma come mai l'ex presidente del Consiglio ha parlato solo adesso? Il motivo addotto dall'attuale leader del Movimento Cinque Stelle è che il vincolo di riservatezza è decaduto dopo la relazione del Copasir.
Insieme a Casarini, Conte ha ammesso di aver dato l'ok ad intercettare anche un altro attivista dell'ong che si dedica al salvataggio dei migranti in mare, Beppe Caccia.
Perché lo fece?
Giuseppe Conte ha ammesso di aver spiato gli attivisti Luca Casarini e Beppe Caccia quando presiedeva il suo secondo governo, quello cosiddetto giallorosso, che lo vedeva alleato con il Partito Democratico. A fine 2019, i servizi segreti gli fecero arrivare la richiesta di spiare Casarini e Caccia. E lui che, da premier, aveva trattenuto le deleghe sull'intelligence, diede l'ok:
La richiesta degli 007, ha tenuto sempre a specificare Giuseppe Conte, fu "debitamente autorizzata dalla Procura generale della Corte di Appello di Roma".
Giuseppe Conte ha ammesso di aver dato l'ok allo spionaggio dei due attivisti di Mediterranea ma ha anche tenuto a specificare che non l'ha mai fatto nei confronti dei giornalisti, come invece è stato scoperto in queste settimane. Proprio il direttore di Fanpage che l'ha intervistato, Francesco Cancellato, e Ciro Pellegrino sono stati intercettati, anche se non si sa per ordine e a beneficio di chi.
ha spiegato Conte facendo il confronto con l'oggi.
Restano comunque delle ombre davvero inquietanti. Paragon, infatti, il software spia, è stato installato nel telefono di Casarini poco prima che partecipasse al sinodo, quindi in Vaticano, uno stato estero. In più, l'attivista ha invitato Giuseppe Conte a un confronto pubblico sull'utilizzo dei servizi contro gli oppositori dei vari governi, ma non ha avuto risposta:
ha sottolineato Casarini. Il quale ha fatto presente che è incensurato. E, su Facebook, ha risposto con un lungo post.
Casarini, su Facebook, si è detto più che mai convinto della sua scelta di vita:
Per questo, è anche pronto alle estreme conseguenze, come quella di finire in carcere.
Resta il fatto che l'attivista per i diritti umani di Mediterranea rivendica il fatto di essere stato sempre assolto in tribunale dall'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. E che la partita sul diritto alla privacy rimane più che mai aperta.