15 Jun, 2025 - 16:02

Guerra Israele-Iran, l'Italia è al sicuro? Marco Rizzo contro Luigi Di Maio, cosa fanno i nostri 007

Guerra Israele-Iran, l'Italia è al sicuro? Marco Rizzo contro Luigi Di Maio, cosa fanno i nostri 007

Con l'apertura del fronte di guerra tra Israele e Iran per la corsa del regime degli Ayatollah ad avere la bomba atomica, l'Italia è al sicuro? Oggi, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha spiegato al Corriere della Sera cosa stanno facendo i nostri Servizi Segreti per garantirlo. 

Ma intanto l'ex leader comunista Marco Rizzo, sui social, sarcasticamente si chiede se si può stare tranquilli con Luigi Di Maio rappresentante dell'Unione Europea nel Golfo Persico.

Il fu figlioccio di Beppe Grillo, evidentemente, non gode della stima del co-fondatore della lista Italia Sovrana e Popolare.

L'Italia è al sicuro con la guerra Israele-Iran? Rizzo contro Luigi Di Maio

Luigi Di Maio da qualche mese è stato confermato rappresentante dell'Unione Europea nel Golfo Persico. La sua è stata una promozione che in Italia ha sorpreso un po' tutti ma che di sicuro segna un cambio di passo importante nella sua carriera politico-istituzionale a livello internazionale. Si è trattato di un riconoscimento pressocché unanime del lavoro che ha svolto in questi ultimi anni.

Ma tant'è: non tutti dormono sogni tranquilli. Marco Rizzo, ad esempio, su Facebook ha esternato tutti i suoi dubbi in relazione alla crisi che si sta vivendo in Medio Oriente ora: una crisi che rischia di far precipitare il mondo in una terza guerra globale:

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Ma vi rendete conto che Di Maio, nominato per la seconda volta rappresentante “specialissimo” per la Ue nel Golfo Persico, grazie a Draghi (ma pure a questo Governo che non si è opposto), dovrebbe esser l’attore per sistemare la guerra tra Israele e Iran

Beh, non è proprio così: sulle spalle di Luigi Di Maio non pesa né la responsabilità dell'inizio della guerra in Medio Oriente né, naturalmente, quella di risolverla (tantomeno da solo). Ma il post di Marco Rizzo ha avuto comunque migliaia di assensi.

Cosa stanno facendo i nostri 007

Ma intanto, l'Italia è al sicuro? A questa domanda ha risposto il ministro della Difesa Guido Crosetto:

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Da noi il rischio maggiore è quello di atti dimostrativi da parte di gruppi radicalizzati. Al momento, non ci sono segnali di organizzazioni specifiche con intenzioni dirette sull'Italia. Ma i nostri servizi di intelligence, così come le forze di polizia, operano con la massima attenzione e reattività come sempre

Che significa questo nel concreto?

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Sono stati rafforzati i dispositivi di sicurezza in tutto il Paese, ma senza creare allarmismi

sono state le parole del ministro.

I nostri soldati sui fronti di guerra

Crosetto ha spiegato al Corriere della Sera la posizione del governo anche per quanto riguarda il possibile intervento del nostro esercito sui vari fronti di guerra aperti:

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Noi non mandiamo i nostri soldati in teatri di guerra. Mai. Li inviamo in aree dove si è stabilita una pace o durante fasi di tregua e per garantire la stabilità di quei Paesi. I nostri militari non vanno all'estero per combattere: non rientra, tra l'altro, nelle possibilità previste dalla nostra Costituzione

In prospettiva, in ogni caso, anche l'Italia si allineerà alla richiesta della Nato di destinare il 3,5% del Pil in difesa e l'1,5% in sicurezza:

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È un obiettivo ambizioso, ma nessuno di noi pensa di raggiungerlo in uno o due anni. È ragionevole fissare il traguardo al 2035, con un aumento massimo dello 0,2% l'anno, così da renderlo compatibile con il nostro bilancio e senza toccare spese essenziali come sanità, welfare e istruzione

Infine, Crosetto ha spiegato anche la posizione dell'Italia sul piano Rearm Europe:

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Rearm Europe, più che un piano definito, è un'idea che lascia agli Stati la libertà di contribuire secondo le proprie capacità. Il nostro compito è di rispettare gli impegni Nato e gli assetti richiesti. Ogni Paese ha un ruolo assegnato. Così, contribuiamo anche a costruire un futuro sistema di difesa europeo, basato sugli stessi criteri e principi della Nato

 

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