16 Jun, 2025 - 07:00

Cosa c'era scritto sul cartello dedicato a Giorgia Meloni al Pride di Roma che ha indignato la destra (e spaccato l'opposizione)?

Cosa c'era scritto sul cartello dedicato a Giorgia Meloni al Pride di Roma che ha indignato la destra (e spaccato l'opposizione)?

Ma cosa c'era scritto sul cartello dedicato a Giorgia Meloni al Pride di Roma che ha indignato tanto Fratelli d'Italia e la destra? In pratica un gioco di parole: si vede il volto della premier e sotto la scritta "Amica dei dicktators", alludendo ai dittatori, in inglese dictators, ma anche al dick, con l'aggiunta della k, che sempre in inglese va ad indicare il genitale maschile. 

E insomma: non proprio il massimo del bon ton. Ma visto che lungo il corteo del Pride romano si sono visti anche altri cartelli di dubbio gusto (come quello, davvero senza fantasia, dedicato a Italo Bocchino), perché proprio questo ha infuocato la polemica politica dello scorso weekend?

Beh, perché il cartello in questione è stato tenuto in mano da due rappresentanti di Più Europa: il capogruppo alla Camera Riccardo Magi e il presidente Matteo Hallissey.

La scritta sessista contro Giorgia Meloni al Pride di Roma

E così, beccati da fotografi e teleoperatori, la polemica ci ha messo poco a divampare. Fratelli d'Italia l'ha subito ripresa sui suoi social così

"L'ipocrisia di certa sinistra non ha limiti", ha denunciato il partito della premier. Con questo, riaprendo un vecchio fronte di polemica: perché quando vengono vilipese le donne di sinistra si pretende (giustamente) la solidarietà totale di tutti e quando invece sono offese le donne di destra la cosa viene o ignorata o derubricata?

La risposta di Hallissey

Ora: per levarsi dall'impiccio, Matteo Hallissey, in pratica, ha detto che scherzava: che quel cartello era ironico

Poi, la butta in politica: ma come? Proprio la destra che sostiene Musk nella sua politica della libertà totale sui social poi si indigna per un cartello a una manifestazione?! è stato il filo rosso del suo ragionamento:

virgolette
Cari amici di Fratelli d’Italia, dopo anni passati a sdoganare ogni forma di odio in nome della libertà d’espressione, adesso vi scandalizzate per un po’ di satira contro i potenti di turno? Dai, su, almeno provate a sembrare coerenti. Perché si sa: per certi campioni della libertà, va bene dire tutto… finché la pensi come loro

La risposta di Riccardo Magi

La risposta di Riccardo Magi a Fratelli d'Italia, invece, è arrivata in maniera indiretta. Il parlamentare di Più Europa, quasi come dire a nuora affinché suocera intenda, se l'è presa con Carlo Calenda, reo di aver difeso Fratelli d'Italia

virgolette
Non capire che il genere di Meloni non ha nulla a che fare con la parola Dicktator rivolta a tre uomini è da Fratelli d’Italia, ribadire un concetto sbagliato e non avere alcun senso dell’ironia è da Calenda

Calenda e Marattin rompono il fronte dell'opposizione

Ma come aveva commentato l'episodio Carlo Calenda per attirare l'antipatia di Magi? Con queste parole:

virgolette
Questa roba è indegna, volgare, sessista e insultante. E se invece della faccia della Meloni ci fosse stata quella della Schlein ci sarebbe stata una giusta indignazione generalizzata. Spero che gli amici di +Europa si scusino rapidamente

La frittata che ha coinvolto l'opposizione si è poi completata con il portavoce del partito Liberal-democratico Luigi Marattin: anche a lui il cartello non è piaciuto:

virgolette
Il punto è il “doppio standard”. Nel dibattito pubblico la presa in giro un po’ volgare può pure essere ammissibile (più che altro perché - se fatta in questi termini - qualifica chi la fa e non certo chi la subisce). Ma se circa un millesimo di quanto è scritto in questo volgare cartello fosse stato rivolto a qualsiasi donna di sinistra (da parte di politici non-di-sinistra) si sarebbero interrotte le trasmissioni televisive, si sarebbe chiesto un minuto di silenzio sui campi di calcio, ci sarebbe stato un diluvio di post vittimisti e di solidarietà e chissà quanto altro, per giorni e giorni. Ed è questo doppio standard a disturbare le persone normali. Persino molto più di un cartello volgare

L'unità a rischio

Paradossalmente, quindi, l'unità del centrosinistra che si voleva rinsaldare dopo il referendum proprio sul campo dei diritti civili, in primis sul campo dei diritti della comunità lgbtqia+, tanto che con Elly Schlein proprio Carlo Calenda ha annunciato la sua presenza al Pride di Budapest il prossimo 28 giugno, torna fortemente a rischio. Se il centrosinistra dovrà manifestare insieme, lo dovrà fare con gli stessi toni. E gli stessi cartelli. 

 

LEGGI ANCHE