“Non andremo in nessuna piazza questo weekend, se Dio vuole porterò mia figlia al mare”. E ancora: “Il campo largo mi pare definito, sono PD, M5s e Avs”.
Le parole del leader di Azione, Carlo Calenda, hanno il sapore di un addio definitivo a qualsiasi ipotesi di campo allargato del centrosinistra. L’occasione è data dalla prossima manifestazione contro il riarmo, organizzata da M5S e AVS il 21 giugno 2025 a Roma, da cui l’ex ministro dello Sviluppo Economico prende le distanze.
Calenda ci tiene, tuttavia a evidenziare anche che al momento Azione non è interessata a fare da ‘cespuglio’ al campo largo.
Come ha sottolineato strategicamente Giuseppe Conte qualche giorno fa, ormai il nucleo fondamentale del campo largo è chiaramente delineato con un’alleanza programmatica tra il suo Movimento, il Pd e Avs. Saranno loro a dettare le regole della partita e tutti gli altri dovranno adeguarsi.
Carlo Calenda non è disposto ad adeguarsi e non ha problemi a dirlo chiaramente.
Dopo il no alla piazza unitaria pro-Gaza, il leader di Azione dice di no anche alla manifestazione, in programma il 21 giugno, contro le ipotesi di riarmo europeo, organizzata da M5S e Avs. Il PD parteciperà con una delegazione, assente invece la segretaria Elly Schlein.
Dichiara Calenda a Sky Start. Il segretario di Azione non è mai stato tanto distante dalla costruenda coalizione di centrosinistra come nelle ultime settimane, e sembra sempre più plausibile che stia maturando l’intenzione di tirarsi definitivamente fuori.
Parole che suonano come un addio a qualsiasi ipotesi di “ammucchiata” di centrosinistra per sconfiggere Giorgia Meloni alle Elezioni Politiche del 2027.
Calenda di certo non sembra intenzionato a fare il cespuglio, ovvero, stare in una coalizione dove sono gli altri a prendere le decisioni. Meglio lavorare per un centro autonomo e solo dopo aprire al dialogo per creare una ‘larga coalizione come in Germania’.
Dichiara l’ex ministro allo Sviluppo Economico che, poi lancia l’idea di una ‘Lega Dc’ ovvero un polo liberale di ispirazione democristiana.
Conclude Calenda che si dice disposto a dialogare con tutti, e tra i "tutti" potrebbe esserci anche Matteo Renzi.
Dopo il disgelo di Milano, quando i due leader dell’ex Terzo Polo calcarono lo stesso palco per la contromanifestazione sulla guerra in Medioriente, l’ipotesi di una riapertura del dialogo tra i due non è più così peregrina. C’è poi +Europa di Riccardo Magi. I tre partiti insieme hanno un peso specifico che potrebbe rivelarsi determinante per la vittoria alle elezioni.
L’area di Centro continua a dimostrare una certa vitalità. È delle ultime ore, ad esempio la notizia della fondazione da parte dell’ex direttore delle Agenzie delle Entrate, Andrea Ruffini, della sua associazione “Più Uno”. La grafica del simbolo ricorda da molto vicino il primo lodo dell’Ulivo di Romano Prodi.
Ruffini, tra l’altro, è stato individuato da molti come il possibile federatore delle forze riformiste di centro.