17 Jun, 2025 - 12:01

Matthew Perry, svolta nel caso: un medico si dichiara colpevole - tutti gli ultimi aggiornamenti

Matthew Perry, svolta nel caso: un medico si dichiara colpevole - tutti gli ultimi aggiornamenti

La morte improvvisa di Matthew Perry, amatissimo interprete di Chandler Bing nella serie cult "Friends", continua a far parlare di sé. A distanza di anni dal tragico evento avvenuto il 28 ottobre 2023, emergono dettagli sconvolgenti sull’inchiesta legata alla sua scomparsa e che ha coinvolto medici, trafficanti e persone vicine all’attore.

Ora, uno dei protagonisti principali del caso ha deciso di collaborare con la giustizia: il dottor Salvador Plasencia ha accettato di dichiararsi colpevole di più reati legati alla distribuzione illegale di ketamina, droga che ha avuto un ruolo decisivo nella morte dell’attore.

L'ammissione rappresenta un punto di svolta nell'indagine federale, che punta a smantellare una rete clandestina di fornitori di sostanze stupefacenti. Il medico rischia fino a 40 anni di carcere, anche se è stato proposto un patteggiamento per una pena più contenuta.

Ma chi è il dottor Plasencia e cosa ha fatto esattamente? E quali sono gli altri nomi coinvolti in questa vicenda drammatica?

Il dottor Plasencia confessa: cosa ha ammesso davvero

Secondo i nuovi documenti legali ottenuti da TMZ, Salvador Plasencia è accusato di aver distribuito ketamina illegalmente in almeno quattro occasioni. Il medico, attualmente libero su cauzione da 100.000 dollari, avrebbe fornito la sostanza sia a Matthew Perry che al suo assistente personale, Kenneth Iwamasa, e avrebbe addirittura spiegato a quest’ultimo come somministrarla.

Non si tratta solo di una violazione deontologica, ma di un crimine federale. La ketamina, classificata come sostanza controllata, è legale solo in ambito medico e con precise prescrizioni. In questo caso, Plasencia avrebbe agito in modo consapevole, senza alcuna prescrizione ufficiale, contribuendo direttamente alla catena di eventi che ha portato alla morte dell'attore.

I pubblici ministeri federali hanno riportato uno dei messaggi più agghiaccianti dell’intera inchiesta, attribuito proprio al medico: "Mi chiedo quanto pagherà questo idiota per la ketamina". Un'affermazione cinica che sottolinea come, per alcuni dei coinvolti, l’obiettivo fosse solo il guadagno, nonostante fossero a conoscenza della dipendenza e del deterioramento fisico e mentale di Perry.

I coinvolti: medici, spacciatori e la regina della ketamina

Il dottor Plasencia non è l’unico imputato ad aver patteggiato. Prima di lui, anche il dottor Mark Chavez, altro medico coinvolto, ha ammesso le proprie colpe, dichiarandosi responsabile di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Chavez avrebbe ottenuto la ketamina con ricette false, rivendendola successivamente al collega.

Anche Kenneth Iwamasa, assistente personale di Perry, si è dichiarato colpevole: secondo le autorità, ha somministrato all’attore oltre 20 dosi di ketamina nei quattro giorni precedenti alla morte, pur sapendo che la situazione stava precipitando. Insieme a lui ha patteggiato Erik Fleming, spacciatore che si occupava delle consegne della droga e che confezionava le dosi con "extra" come lecca-lecca per incentivare l’acquisto.

Resta ancora in attesa di processo Jasveen Sangha, soprannominata "la regina della ketamina". La donna è stata arrestata e trovata in possesso di un vero e proprio arsenale di droghe: 80 fiale di ketamina, migliaia di pillole e cocaina, oltre ad attrezzature per il consumo e la distribuzione. Secondo l'accusa, sarebbe stata lei a vendere la dose letale all'assistente di Perry.

Una rete criminale attorno a un attore in difficoltà

Ciò che emerge con forza da questa indagine è l'esistenza di una rete criminale organizzata che ha approfittato della vulnerabilità di Perry. Tutti gli imputati erano consapevoli della sua dipendenza, sviluppata mesi prima del decesso, ma hanno scelto di ignorare i segnali, preferendo lucrare su una situazione disperata.

Le autorità federali parlano di un linguaggio in codice usato dai colpevoli per nascondere le comunicazioni: la ketamina veniva chiamata "Dr. Pepper" o "bot". Dopo la morte di Perry, Sangha ha inviato un messaggio preoccupato a Fleming chiedendogli di cancellare tutte le conversazioni.

Credits: New York Post

Matthew Perry era sottoposto a un trattamento clinico a base di ketamina per curare ansia e depressione, ma l’ultima dose legittima risaliva a oltre 10 giorni prima della sua morte. Le analisi tossicologiche hanno confermato che nel corpo dell’attore era presente ketamina non prescritta, elemento che ha dato il via all’indagine.

Con l’ammissione di colpevolezza da parte del dottor Plasencia, la verità sul caso Matthew Perry si fa più nitida. Resta da capire se la "regina della ketamina" sceglierà anche lei la via del patteggiamento o se porterà avanti il processo, previsto per l’8 ottobre.

 

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