Le Elezioni Regionali 2025 sono alle porte. Il prossimo autunno andranno al voto cinque regioni a statuto ordinario e una a statuto speciale, ovvero: Campania, Puglia, Marche, Veneto, Toscana e Valle d’Aosta. Una partita elettorale che si intreccia con la questione della legge sul terzo mandato per i Presidenti di Regione e dalla quale dipendono gli equilibri all'interno e tra le due principali coalizioni.
Non è esagerato affermare che le Regionali dell’autunno 2025 saranno il preludio dello ‘scontro’ decisivo per Palazzo Chigi nell’autunno del 2027. Le regioni al voto sono regioni chiave sia per il centrodestra che per il centrosinistra e la lotta per conquistarle sarà all’ultimo voto.
Il tema dell’incandidabilità di governatori molto amati, come Luca Zaia in Veneto e Vincenzo De Luca in Campania, rischia di spaccare la maggioranza di governo, dove ci sono sensibilità e opinioni differenti sulla possibilità di eliminare il limite del terzo mandato.
C’è poi il nodo delle date. L’ipotesi più pratica sarebbe quella di concentrarle tutte in un’unica data, con un Election Day nazionale, ma la discussione non è stata ancora affrontata dal governo. Alcune regioni, come Marche e Toscana, hanno già deciso autonomamente la data del voto, mentre nelle altre si è ancora in alto mare.
Ecco le date certe e quelle possibili per le Elezioni Regionali 2025.
Sarà uno spezzatino, o, alla fine si opterà per una data unica per tutte le regioni? L’ipotesi di un Election Day, che raggruppi in un unico week end elettorale tutti gli appuntamenti delle Elezioni Regionali 2025, è al vaglio dell’esecutivo Meloni. Lo stesso accadde cinque anni fa, nell’autunno del 2020, quando si votò in tutte le regioni nello stesso momento (20 e 21 settembre) a causa dell’emergenza Covid.
Un’opzione che consentirebbe un notevole risparmio economico per le casse dello Stato e che non dovrebbe trovare ostacoli tecnici, dal momento che nessuna delle regioni al voto necessita dai rispettare una scadenza precisa, come è accaduto nell’autunno del 2024 alla Liguria o all’Emilia Romagna. L’alternativa è quella che ogni regione vada al voto singolarmente in tempi diversi, ipotesi che sia in maggioranza che all’opposizione si preferirebbe evitare.
Il tempo, tuttavia, stringe e partiti e candidati (dove sono stati già decisi) scalpitano per iniziare la campagna elettorale. Se si dovesse votare a fine settembre, in pratica si sarebbe già in ritardo. È, comunque, improbabile che la questione possa essere risolta prima di aver sbrogliato la matassa del terzo mandato per i governatori che continua a dividere la maggioranza.
Ha spiegato il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.
#Donzelli (FDI) sul terzo mandato nelle regioni: “Noi abbiamo dato la disponibilità. Dalle regioni è già arrivata una richiesta importante. Vediamo la #Lega che proposta farà. Noi siamo disponibili a parlarne. #ElectionDay alle Regionali 2025? Dipende che proposta faranno.” pic.twitter.com/CmsvKT27fO
— Tag24 (@Tag24news) June 17, 2025
La Toscana potrebbe votare il 19 ottobre 2025. Ad annunciarlo è stato nei giorni scorsi il governatore uscente del Pd, nonché possibile candidato bis del centrosinistra, Eugenio Giani.
Per quanto riguarda i possibili candidati, oltre a una probabile riconferma per il secondo mandato del riformista dem Giani, che deve solo superare le resistenze della corrente più vicina alla segretaria Schlein.
Nel centrodestra la partita sembra essere tra il nome proposto da Fratelli d’Italia, Alessandro Tommasi, e quello della Lega che ha puntato sulla capogruppo in Regione, Elena Meini.
Nessuna data e nessun candidato, invece, in Puglia dove il governatore uscente del PD, Michele Emiliano non può ricandidarsi per il limite del doppio mandato. Al momento, il nome più quotato per la sua successione è quella dell’ex sindaco di Bari, oggi eurodeputato, Antonio Decaro. Se la Lega dovesse riuscire a far passare la norma sul terzo mandato, Emiliano potrebbe rientrare in partita. Nessun nome di rilievo è invece emerso per quanto riguarda il centrodestra.
Nessuna data neanche per la Campania, dove il governatore uscente Vincenzo De Luca spera di potersi ricandidare per un terzo mandato, dopo lo stop della Consulta. Di diverso avviso PD e alleati del campo largo, contrari a un suo ritorno. In pole, infatti, c’è il nome dell’ex presidente della Camera del Movimento 5 Stelle, Roberto Fico. In caso di via libera al terzo mandato, non è escluso che De Luca si candidi in solitaria, spaccando il centrosinistra. Non va meglio nel centrodestra, dove la partita per la scelta del candidato unico è più accesa che mai. Fratelli d’Italia vorrebbe esprimere il proprio candidato, che dovrebbe essere il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli. Forza Italia non vuole però cedere la regione e cerca un proprio nome da proporre. La Lega ha già proposto il deputato Giampiero Zinzi.
Le Marche potrebbe essere la prima regione a recarsi alle urne per rinnovare il Consiglio regionale. Nei giorni scorsi, il presidente uscente Francesco Acquaroli, ha indicato il 21 o il 28 settembre come possibili date.
Qui la partita è già avviata con i due candidati designati che hanno già iniziato la campagna elettorale. Il centrodestra ha riconfermato per il secondo mandato il governatore uscente di Fratelli d’Italia, mentre il centrosinistra ha scelto di appoggiare l’eurodeputato del Pd, Matteo Ricci.
Tutto fermo in Veneto in attesa di conoscere il destino di Luca Zaia. Al suo terzo mandato consecutivo, senza un cambio della legge, Zaia non potrà ricandidarsi, aprendo la partita per la sua successione e una dolorosa resa dei conti nel centrodestra. Il Veneto è una delle regioni a cui la Lega non può rinunciare, ma a cui ambiscono anche Fratelli d’Italia e soprattutto Forza Italia.
Resta a guardare per capire cosa succederà, invece, il centrosinistra che - forse per non rischiare di bruciarlo – non ha ancora proposto nessun nome dopo il ‘no’ della virologa Antonella Viola.
Intanto si cominciano a fare ipotesi su una possibile data per il voto che potrebbe essere il 16 novembre.
In Valle d’Aosta, infine, si dovrebbe andare al voto alla fine di settembre, accorpando regionali e comunali in un’unica data. Ad anticiparlo nei giorni scorsi era stato il governatore uscente Renzo Testolin.