Anche il centrodestra rischia di avere il suo compagno G. Questa mattina si è diffusa la notizia secondo la quale il presidente dell'assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, è indagato dalla Procura per una brutta storia di corruzione.
Quarant'anni, esponente di rilievo di Fratelli d'Italia, considerato molto vicino a Ignazio La Russa (che è nato come lui a Paternò), Galvagno è considerato l'astro nascente del partito di Giorgia Meloni nell'isola.
Ha già respinto tutte le accuse. Ma questo procedimento, in vista delle elezioni politiche del 2027 per le quali aveva prenotato un posto blindato nelle liste di Fdi, rischia di tarpargli le ali.
Ma conosciamolo meglio, il "compagno G" del centrodestra. Gaetano Galvagno dovrà difendersi dall'accusa di corruzione. La procura di Palermo ipotizza a suo carico di aver assegnato fondi regionali per circa 300mila euro in cambio di incarichi a due suoi collaboratori.
Secondo la prima ricostruzione offerta questa mattina da Repubblica Palermo, Galvagno sarebbe stato già sentito dalle autorità giudiziarie su questi fatti un paio di settimane fa, subito dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia.
Secondo i pm, in particolare sono due i finanziamenti sospetti. Entrambi riguardano delle iniziative svoltesi per il Natale del 2023. Si tratta di circa 300 mila euro finanziati dalla regione Sicilia in cambio dell'assunzione di due suoi collaboratori.
Galvagno si è professato innocente. E, visto che il suo ultimo post sui social riguarda l'esame di maturità in corso d'opera, non si aspettava affatto di essere catapultato oggi sui media nazionali per questa brutta storia.
Di sicuro, la sua speranza era quella di avere una vetrina nazionale nel 2027, in occasione delle elezioni politiche: chissà se rappresenteranno ancora la rampa di lancio definitiva per la sua carriera politica.
Gaetano Galvagno è nato a Paternò, in provincia di Catania, il 15 febbraio 1985. Vanta una laurea in economia e risulta anche dipendente di una impresa di assicurazioni.
Tre anni fa, a novembre del 2022, fu eletto a capo dell'Assemblea regionale siciliana risultando il più giovane di sempre ad assumere quella carica.
La maggioranza del Governatore Renato Schifani si fidò ad occhi chiusi di lui, all'epoca 37enne, perché considerato un uomo del nuovo corso istituzionale di Fratelli d'Italia, a poche settimane dalla vittoria alle politiche che per la prima volta aveva spalancato le porte dei palazzi del potere di Roma alla destra.
Nel 2022, mentre Giorgia Meloni veniva nominata presidente del Consiglio, lui aveva ottenuto 14mila voti per quello che era già il suo bis in consiglio regionale. Questo risultato fu premiato con la presidenza dell'assemblea regionale.
Ma nel corso della sua prima legislatura a Palazzo dei Normanni, dal 2017 al 2022, aveva ricoperto già la carica di deputato segretario, vicepresidente della commissione Bilancio e componente dell’Antimafia.
Ancora prima, la sua carriera era sbocciata nell'ambito della destra giovanile. Negli anni del movimento universitario, Galvagno già era considerato uno degli uomini più vicini a Ignazio La Russa il quale, pur milanese di adozione, è nato anche lui a Paternò.
Ora, come la prenderà il presidente del Senato? Dopo i guai giudiziari e l'appannamento mediatico di un'altra sua protetta, Daniela Santanché, l'iscrizione nel registro degli indagati di Galvagno rappresenta per lui un'altra brutta gatta da pelare non solo in vista della composizione delle liste elettorali nel 2027, ma anche per preservare gli equilibri di potere all'interno del primo partito italiano: Fratelli d'Italia, dove ogni passo falso può costare davvero caro. È una delle più consolidate abitudini italiane quella di salire sul carro dei vincitori.