20 Jun, 2025 - 04:30

Chi è Roberto D'Agostino, il direttore di Dagospia nella lista dei giornalisti spiati da Paragon

Chi è Roberto D'Agostino, il direttore di Dagospia nella lista dei giornalisti spiati da Paragon

A lui, lo spione per eccellenza oggi finito spiato, chissà cosa avrebbe detto Francesco Cossiga, l'ex Presidente della Repubblica che, assieme a Barbara Palombelli, gli diede l'idea (e qualche scoop) per mettere in moto Dagospia. 

Era un giorno di maggio del 2000 e sembrava un'avventura con poco futuro in un mare inesplorato e sconosciuto: quello del web. 

Lui, però, Roberto D'Agostino, ebbe il merito di oltrepassare per primo quelle colonne d'Ercole e di solcare quel mare alla sua maniera: retroscena, spifferi, si dice, ah saperlo!, cafonal, inciuci, spiate, foto rubate (di notte più che di giorno), paparazzate, donne bombastiche, morti di fama, giochi di palazzo, giochi pericolosi, ristoranti, trattorie, osterie, discoteche, club, privè, attovagliamenti, peste, corna, sesso, molto sesso: alla fine della fiera, molti scoop e molti successi per l'Italia spiattellata così com'è, così come siamo: no filter. Anzi solo col suo filtro che ha fatto sì che Dagospia sia uno dei pochi siti di informazione italiana che può anche fregarsene delle regole seo di Google.

Marameo agli ingegneri informatici di Mountain View: gli utenti lo cercano direttamente per l'authority che si è saputo guadagnare in questo quarto di secolo. L'authority quella vera, quella delle notizie raccolte per strada, "sangue e merda" volendo parafrasare Rino Formica, nei peggiori bar e nei corridoi più che nelle stanze dei bottoni. Non l'authority artefatta degli algoritmi di chi è seduto comodamente sulla sua poltrona: ben inteso.

Così, più precisi dell'ultimo ritrovato di intelligenza artificiale, gli italiani sanno dove andare sul sicuro quando vogliono una notizia di politica che gli organi di informazione più tradizionali, diciamo così, tendono a non trattare. E magari quando vogliono farsi anche una risata, ché la vita, D'Agostino come gli italiani, in fondo, la prendono così.

E quindi: Dago-spia per la goduria di tutti. Ma da ieri anche Dago-spiato per la preoccupazione di quegli stessi tutti.

La notizia, infatti, è che lo spyware Graphite di Paragon non ha spiato solo Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino di Fanpage. Ma anche un giornalista europeo (che ha voluto rimanere anonimo), la blogger Eva Vlaardingerbroeklui e lui: Roberto D'Agostino. 

Chi li ha voluti spiare resta un mistero. Ma in una democrazia, i giornalisti è giusto che lo siano? Domanda oziosa.

Roberto D'Agostino, una vita da battitore libero

Tuttavia, la prima cosa a cui viene da pensare è la seguente: chissà i misteriosi spioni quante risate si sono fatti ad ascoltarlo al telefono: "Me dici stà cosa?"; "E daje, su!"; "Ma che? Davero?!": sembra sentirlo Roberto D'Agostino al telefono mentre dirige il traffico di, come lo chiama lui, "stò caz*o de sito". 

A luglio compirà 77 anni, ma sembra sempre un ragazzo: diversissimo eppure uguale a se stesso, identico a quando gli italiani, erano gli anni Sessanta, iniziarono a conoscerlo, ai tempi del Bandiera Gialla. 

Ora è pieno di tatuaggi, piercing, orecchini, anelli. Ora è all'ultima moda dark: con quel pizzetto bianco da moschettiere di Dumas che gli allunga oltremodo il viso smagrito e rugoso metà nascosto dagli occhiali scuri con dietro il codino per i pochi capelli sopravvissuti. Ora si presenta a metà tra un vecchio metallaro e una sorta di sciamano del retroscena romano.

virgolette
Aho, lo vieni a dì a me?! 

Nato a Roma. Anzi: nato a San Lorenzo cinque anni dopo il bombardamento da padre saldatore e madre sarta, è stato disc-jockey, ha fatto radio, televisione (con Arbore, ricordate "Quelli della notte"?); si è cimentato finanche nel fare il regista cinematografico; e infine il giornalista. Ma come si fa a classificarlo? 

D'Agostino è come Napoli per Erri De Luca: troppo fuori scala per essere catalogato.

Nel 1991, diede un memorabile schiaffo in diretta tv a Vittorio Sgarbi

E, in una mitica puntata del "Maurizio Costanzo Show", ebbe il coraggio di profanare un mammasantissima come Carmelo Bene rinfacciandogli che poteva essere anche Nostro Signore sceso in terra, ma si tingeva i capelli

Le novità della magistratura e la "solidarietà"

Oggi, invece: il mondo va davvero un po' al contrario. Paragon spia Dagospia. E lui, Roberto D'Agostino, deve stare lì ad avere la solidarietà di un Partito Democratico qualsiasi: i gruppettari di Elly Schlein, te li raccomando:

virgolette
Le novità emerse oggi dalla magistratura italiana sono clamorose: ad essere intercettati illegalmente dallo spyware Graphite di Paragon sarebbero almeno 5 giornalisti, quattro identificati dalla procura di Roma, e un giornalista europeo, accertato da Citizen Lab, che ha chiesto di rimanere anonimo. A Cancellato e Pellegrino di Fanpage si è aggiunta la blogger Eva Vlaardingerbroek e il fondatore di Dagospia, Roberto D’Agostino. È inaccettabile che i giornalisti vengano intercettati illegalmente. La presidente Meloni e il sottosegretario Mantovano non possono più tacere. Se i servizi segreti italiani continuano a sostenere la loro estraneità nell’intercettare i giornalisti, il Governo deve dirci chi è stato. Chi ha avuto accesso ai loro telefoni? Chi ha installato lo spyware? E con quali finalità? Il caso non è chiuso, si sta allargando”

È stata la nota congiunta dei dem Sandro Ruotolo, Debora Serracchiani e Stefano Graziano.

E poi, tra gli altri, Matteo Renzi: eccolo qua Matteuccio, come lo chiama lui, ad evocare il "Watergate italiano"

E insomma: "cronache dall'Italia all'olio di ricino", come ha scritto incazzato (o facendo finta di esserlo) ieri sera su quel "caz*o di sito". Ma forse incazzato più per la consapevolezza di essere stato utilizzato come qualsiasi altra, banale cosa al fine della polemicuccia politica del giorno che per essere diventato lo spione finito spiato con un colpo basso: chi va per quei mari, quei pesci piglia. Per questo c'è da scommettere che domani avrà già altro per la testa tornando a fare il suo mestiere. A Robè, che te frega delle tristezze? Chi ti intercetta?

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