Il Bonus tetto 2025 rientra tra le principali misure confermate dalla Legge di Bilancio per sostenere i lavori edilizi finalizzati al rifacimento delle coperture, dei solai e dei sottotetti. Gli incentivi, confermati fino al 31 dicembre 2025, offrono una detrazione fiscale fino al 50% per la prima casa e al 36% per le abitazioni non principali.
E In un contesto di rialzo dei costi edilizi e di tagli alla spesa pubblica, conoscere i dettagli del bonus rappresenta un’opportunità fiscale rilevante.
Quali interventi rientrano nell’agevolazione e come si calcola la detrazione? Qual è la differenza tra i lavori sulla prima e seconda casa? Come si presenta la domanda e quali limiti impone l’attuale normativa fiscale in materia di detrazioni?
Prima di scoprirlo insieme, vi lasciamo alla guida YouTube di Voglia di Ristrutturare sui Bonus ristrutturazione casa fruibili quest'anno.
Chi effettua lavori di rifacimento o miglioramento sul tetto dell’abitazione può beneficiare di due agevolazioni distinte: il bonus ristrutturazione e l’ecobonus tetto 2025. Entrambe prevedono una detrazione IRPEF su base decennale e si applicano entro i limiti stabiliti dalla legge.
Il Bonus tetto 2025 permette quindi di ottenere un rimborso significativo, a condizione che i lavori siano completati entro il 31 dicembre 2025. Dal 1° gennaio 2026 le aliquote verranno ridotte: al 36% per la prima casa e al 30% per le seconde abitazioni.
Nel caso in cui i lavori abbiano finalità di efficientamento energetico - come la coibentazione del tetto o l’installazione di un impianto fotovoltaico - è possibile optare per l’Ecobonus. In questo scenario, il limite massimo di spesa detraibile è 60.000 euro per unità immobiliare, con le stesse percentuali di detrazione (50% o 36%) in base alla tipologia dell’immobile.
La scelta tra Bonus ristrutturazione e Ecobonus tetto dipende dalla natura dell’intervento e dalla possibilità di dimostrare l’efficienza energetica ottenuta.
Le opere che rientrano nel Bonus ristrutturazione tetto 2025 o nell’Ecobonus tetto 2025 devono riguardare interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia o miglioramento energetico certificato. Tra i lavori ammessi troviamo:
Per i lavori riconducibili al miglioramento energetico, è necessaria l’asseverazione da parte di un tecnico abilitato, da trasmettere all’Enea entro 90 giorni dalla conclusione dell’intervento. I lavori in aree sismiche possono rientrare anche nel sismabonus 2025, se comportano una riduzione del rischio strutturale.
L’accesso al Bonus tetto 2025 è subordinato anche ai nuovi limiti di detrazione fiscale stabiliti dalla normativa in vigore. Dal 2025, infatti, il totale delle detrazioni IRPEF fruibili da ciascun contribuente è sottoposto a soglie calcolate in funzione del reddito complessivo.
Le soglie massime di detrazione, come da indicazioni INPS e Agenzia delle Entrate, sono le seguenti:
Il calcolo del limite tiene conto dell’intero pacchetto di detrazioni fiscali del contribuente (non solo quelle edilizie). L’importo detraibile per il Bonus tetto deve quindi essere verificato alla luce della capienza fiscale residua.
La detrazione viene fruita tramite la dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Redditi PF), suddivisa in dieci rate annuali di pari importo. È vietata la doppia agevolazione: non è possibile cumulare il bonus con altri contributi pubblici per le stesse spese.
Per una corretta gestione fiscale è consigliabile effettuare una simulazione preventiva online, tramite i servizi dell’INPS o l’applicativo dell’Agenzia delle Entrate, in modo da determinare l’effettivo beneficio ottenibile in base al proprio reddito e ai carichi familiari.