Il Piano Mattei per l'Africa del Governo Meloni è attualmente al centro del dibattito nazionale e internazionale, dopo che ieri – venerdì 20 giugno 2025 – è stato al centro del Forum “The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway: a common effort with the African continent”, presieduto dalla premier Giorgia Meloni e dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen.
Il vertice è stato ospitato a Villa Pamphili a Roma e rappresenta un importante riconoscimento per il piano italiano di sviluppo e cooperazione per l'Africa, entrato a pieno titolo nel Global Gateway, il programma europeo per la cooperazione e lo sviluppo.
Fortemente voluto dalla presidente Giorgia Meloni, e altrettanto fieramente osteggiato dall'opposizione di centrosinistra che lo ha spesso etichettato come una 'scatola vuota' della propaganda Meloni, il Piano Mattei per l'Africa è stato fin da subito una bandiera dell'attuale governo.
Ecco in cosa consiste e quali obiettivi intende raggiungere.
Il Piano Mattei per l'Africa è un'iniziativa del governo italiano che ha come obiettivo il rafforzamento della cooperazione e del partenariato con i paesi dell'Africa, promuovendo uno sviluppo sostenibile reciproco.
Le aree di intervento principali su cui il partenariato strategico intende puntare sono sei: istruzione e formazione, sanità, acqua, agricoltura, energia e infrastrutture.
L'obiettivo finale è quello di sviluppare relazioni paritarie con i partner africani così da superare la logica donatore-beneficiario, creando opportunità reciproche e facilitando lo sviluppo reciproco.
È la traduzione pratica del concetto di 'aiutare gli africani in casa loro', così da evitare che debbano emigrare per cercare all'estero opportunità di vita migliori. Il Piano Mattei, infatti, punta a superare il modello predatorio, che per secoli ha caratterizzato il rapporto tra Europa e Africa, attraverso un partenariato strategico incentrato sulle esigenze dei paesi africani.
In sintesi questo piano vuole cambiare l'impostazione dei rapporti tra Italia e Africa con l'obiettivo di creare una cooperazione che porti vantaggi a entrambi.
Un progetto ambizioso che guarda molto avanti e che nelle ultime ore ha ottenuto l'importante riconoscimento della Commissione Europea. Il piano è intitolato a Enrico Mattei, l'ex Presidente dell'Eni, scomparso in circostanze tragiche nel 1962, per sottolineare l'approccio non predatorio nei confronti dell'Africa che fu proprio l'imprenditore italiano a proporre per la prima volta.
Il piano – secondo lo schema approvato in Parlamento – si articola in progetti pilota che al momento interessano nove paesi: Algeria, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico, Repubblica del Congo, Costa d'Avorio e Tunisia.
Prevede finanziamenti e strumenti agevolati per le aziende italiane che vogliono investire in Africa, nei settori chiave per lo sviluppo di quei paesi, individuati dalle sei aree di intervento previste dal Piano.
Il summit romano tra Africa ed Europa di venerdì, a cui hanno preso parte i rappresentati dei paesi africani interessati, ha inevitabilmente riacceso le polemiche sull'iniziativa del governo Meloni.
Durante il summit di ieri si è deciso di convertire l'intero ammontare del debito per le nazioni meno sviluppate nei prossimi dieci anni e di abbattere del 50% il debito delle nazioni a reddito medio-basso. Sono infine stati siglati accordi per 1,2 miliardi di euro.
Dichiarazioni congiunte alla stampa al termine dei lavori del Vertice “The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway. A common effort with the African Continent” pic.twitter.com/m5ViucqxEJ
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) June 20, 2025
Un risultato salutato con toni trionfalistici dalla maggioranza di governo e soprattutto da Fratelli d'Italia.
Un piano che, però, non è mai piaciuto alle opposizioni di centrosinistra che lo hanno contrastato in Parlamento e criticato per la sua mancanza di chiarezze e per la sua possibile naturale neocoloniale. Il centrosinistra ha più volte definito il Piano Mattei una 'scatola vuota' utilizzata dal governo per fare propaganda.