L'Occidente sta vivendo ore drammatiche. La decisione di Donald Trump di attaccare gli impianti nucleari dell'Iran ha portato il mondo sull'orlo della Terza Guerra Mondiale. Alle 4 del mattino (ora italiana) di domenica 22 giugno, il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato il successo dei raid americani contro i siti iraniani, imprimendo una svolta pericolosissima al conflitto iniziato da Israele una settimana fa.
In questo contesto ci si chiede quale potrebbe essere il ruolo dell'Italia e del governo guidato da Giorgia Meloni. Gli Stati Uniti sono alleati storici dell'Italia. Giorgia Meloni ha costruito negli ultimi mesi un solido legame con Donald Trump. In Italia, inoltre, ci sono più di un centinaio di basi militari americane, che in futuro potrebbero essere coinvolte nel conflitto tra USA e Iran.
Ma un’eventuale partecipazione italiana a un conflitto armato contro Teheran è davvero plausibile? Ecco cosa dice in proposito la nostra Costituzione.
L'attuale escalation del conflitto tra gli USA e l'Iran potrebbe coinvolgere anche i partner storici di Washington, tra cui l'Italia, membro fondatore della NATO e tradizionalmente allineata alla politica estera americana.
L'eventuale coinvolgimento diretto dell'Italia in una guerra contro l'Iran è, comunque, un'ipotesi altamente improbabile per la presenza di vincoli istituzionali e costituzionali, che limitano fortemente la possibilità di un intervento militare italiano senza passaggi parlamentari e senza un chiaro mandato internazionale.
L'articolo 11 della Costituzione italiana afferma che l'Italia “ripudia la guerra come strumento di offesa […] e come mezzo di risoluzione delle controversi internazionali”. Un intervento offensivo contro l'Iran senza un attacco diretto subito dall'Italia, o da un alleato, violerebbe questo principio e quindi va escluso a priori.
Tuttavia, non si può escludere una crescente pressione diplomatica, o, l’invio di supporto logistico, o di intelligence qualora gli Stati Uniti lo chiedessero. In Italia sono presenti numerose basi militari americane e il timore è che - l'evolversi del conflitto - possa portare a pressioni per un sostegno concreto anche militare, in primis tramite l'utilizzo di queste strutture per gli attacchi contro Teheran.
Al momento, comunque, non ci sarebbe stata alcuna richiesta di utilizzo delle basi italiane dagli USA. A comunicarlo è stato il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha anche chiarito che: "nessun aereo è partito dall'Italia" per attaccare l'Iran.
L'ipotesi di utilizzo delle basi italiane per un eventuale attacco #Usa all’#Iran scatena polemiche. Angelo Bonelli (AVS):
— Tag24 (@Tag24news) June 18, 2025
“Giorgia #Meloni deve dire se attacchi di questo genere partiranno da basi italiane. Non possiamo essere responsabili”. #TerzaGuerraMondiale pic.twitter.com/ME0eWve6xg
Giorgia Meloni ha sempre sottolineato la centralità dell’alleanza con gli Stati Uniti nella politica estera italiana. Tuttavia, la premier si è mostrata finora prudente su scenari di guerra. Nei suoi discorsi ufficiali, ha ribadito l’importanza della diplomazia e della stabilità nell’area mediterranea e mediorientale.
Nonostante il suo forte legame personale con Trump, Meloni è consapevole dei vincoli istituzionali e costituzionali che limitano fortemente la possibilità di un intervento militare italiano senza passaggi parlamentari e senza un chiaro mandato internazionale.
Una posizione che rispecchia anche quanto si legge nel comunicato stampa diffuso nella mattina di oggi, domenica 22 giugno, da Palazzo Chigi a conclusione del vertice d'urgenza convocato da Giorgia Meloni con i vicepremier e i ministri della Difesa e dell'Interno.
Il governo Meloni ribadisce il proprio impegno per una soluzione diplomatica del conflitto. Palazzo Chigi sottolinea la necessità di riportare le parti al tavolo negoziale. In sintesi, Roma punta sulla mediazione e non sull’intervento armato.