22 Jun, 2025 - 12:25

Un atto di amore per la ragazza dei pantaloni verdi

Un atto di amore per la ragazza dei pantaloni verdi

Siamo a metà degli anni Ottanta con i Duran Duran e Il tempo delle mele che appassionano i più giovani. Una ragazza di 17 anni spalanca gli occhi sulla vita, tra studio e sport. Il liceo classico e un futuro tutto da costruire, in polizia o forse come giornalista. Le gite scolastiche e le prime simpatie. Il negozio dei genitori punto di riferimento del paese. Giuseppina Conti detta Giusy, di Castiglion Fiorentino, provincia di Arezzo, è brava a scuola e gioca bene a tennis. Preferisce essere chiamata Giusy, nome più breve e moderno. Si emoziona con la Formula 1 e le corse di biciclette. Ma quando vede il pallone è gioia pura. Ama il calcio. 

Quella partita in cui Giusy perse la vita

Segue l'Arezzo, la squadra di quella città a pochi chilometri da casa dove va ogni mattina per le lezioni: conosce uno ad uno nomi e volti dei giocatori. Ma la Juventus di Platini è la sua grande passione. Esulta e soffre per i colori bianconeri. Insegue il sogno della Coppa dei Campioni. Ad Atene è allo stadio a seguire la finale, ma sarà una delusione. Il 1985 è l'anno in cui l'impresa può, anzi deve riuscire. A Bruxelles, stadio Heysel. Stavolta con lei c'è anche il babbo Antonio. "Ciao, torno con la Coppa" dice salutando i compagni a scuola e la mamma a casa. Ma il calcio che Giusy ama, quella sera è avvelenato dalla violenza di tifosi come belve e dalle colpe di chi avrebbe dovuto organizzare in sicurezza un grande evento. La ragazza dai pantaloni verdi diventa un angelo, l'angelo dello sport, uno dei 39 angeli dell'Heysel. E Luca Serafini, giornalista del Corriere di Arezzo, le dedica un libro. Un atto di amore che serve per non dimenticare che lo stadio si va per gioire e non per morire.

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