La risoluzione del M5S sul gas russo continua a dividere il centrosinistra. L’evidente e sonora bocciatura alla Camera, da parte degli alleati, della proposta pentastellata di valutare una riapertura delle trattative con Mosca per gli approvvigionamenti di gas, non è bastata a placare le polemiche.
Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha attaccato nuovamente il partito di Giuseppe Conte dai banchi del Senato e, a seduta conclusa, anche ai microfoni dei giornalisti davanti Palazzo Madama, rinnovando uno scontro a distanza con i post-grillini che va ormai avanti da mesi.
Dall’Aia, dove si trovava per la manifestazione contro il riarmo, Giuseppe Conte ha parlato di ‘montatura ad arte’. La sensazione, tuttavia, è che sul gas russo, Giuseppe Conte, abbia esagerato. Nel tentativo di segnare le distanze dalla linea di Elly Schlein, ha finito per isolare il partito anche all’interno del campo largo, fornendo ai suoi detrattori un motivo in più per attaccarlo.
Dai riformisti del Pd, da Azione a Italia Viva tutti chiedono alla segretaria Pd una riflessione.
La risoluzione con cui il Movimento 5 Stelle chiedeva al governo italiano di valutare l’opportunità di riallacciare i rapporti commerciali con la Russia di Putin, e di sospendere il blocco delle forniture di gas russo decisa all’indomani dell’aggressione dell’Ucraina. Una risoluzione impostata e scritta in modo tale da rendere al Partito Democratico impossibile votarla.
La posizione del Partito Democratico sulla guerra in Ucraina è sempre stata chiaramente a sostegno di Kiev e di condanna per l'aggressione di Mosca.
Davanti alle vibranti proteste dell’ala riformista, la segretaria Schlein non ha potuto che cedere e cambiare l’indicazione di voto da astensione a ‘no’. Una scelta dettata anche dalla necessità di evitare un’ulteriore spaccatura del partito durante un voto ufficiale, consapevole che i suoi deputati avrebbero votato comunque contro. La proposta è stata giudicata inaccettabile anche da AVS che si è unita al voto del PD.
Il risultato: la mozione presentata alla Camera dal M5s è stata bocciata, come prevedibile, anche con il voto contrario degli alleati di centrosinistra e il processo di costruzione del campo largo ha ricevuto una brusca battuta d’arresto.
Questa mattina in collegamento con l’Aria Che Tira dall’Aia, dove era in corso la manifestazione europea contro il riarmo europeo, Giuseppe Conte ha difeso la sua posizione parlando di una ‘montatura’ costruita ad arte.
Ha accusato l’ex presidente del Consiglio, che poi ha spiegato che la proposta di riaprire all’acquisto del gas russo era subordinata a un accordo di pace con la Russia.
Aveva tuonato, così, ieri mattina il leader di Azione, Carlo Calenda che stamane ha replicato dai banchi del Senato. Un duello a distanza che si rinnova, quello tra i due leader.
Ha attaccato Calenda ai microfoni dei giornalisti davanti Palazzo Madama, lanciando un messaggio chiaro anche al Partito Democratico.
Gas russo, #Calenda attacca il #M5S:
— Tag24 (@Tag24news) June 24, 2025
“È ormai palese ha preso una posizione con una mozione che poteva essere scritta da #Putin... Porta l’Italia fuori dalla Nato e dall’Europa”.
Messaggio chiaro anche al #PD: nessuna ambiguità su #Ucraina, #Russia e alleanze internazionali pic.twitter.com/XpFvIyu17U
La mossa di Conte, potrebbe essere una risposta al recente protagonismo della segretaria PD, dopo la telefonata a Giorgia Meloni in seguito all’attacco USA all’Iran. Un modo per riprendersi la scena, ma soprattutto per mettere in chiaro l’indisponibilità del M5S verso qualsiasi possibile collaborazione con il governo sulla politica estera.
Per molti, tra cui anche il senatore di Italia Viva, Enrico Borghi, la scelta di Giuseppe Conte di presentare una risoluzione così chiaramente in contrasto con la posizione del Partito Democratico sul conflitto tra Russia e Ucraina, si inserirebbe in un percorso finalizzato a contendere ad Elly Schlein la leadership del centrosinistra.
Ha dichiarato a “Linkiesta.it” il vicepresidente di Italia Viva.
Come la tela di Penelope nell’Odissea, il campo largo continua a disfarsi vanificando tutti gli sforzi per il raggiungimento dell’unità.