25 Jun, 2025 - 07:00

Terzo mandato, la Lega si gioca il tutto per tutto ma La Russa la manda in tilt: cosa è successo

Terzo mandato, la Lega si gioca il tutto per tutto ma La Russa la manda in tilt: cosa è successo

Niente da fare: il terzo mandato non s'ha da fare per Fratelli d'Italia. La Lega di Matteo Salvini è costretta a subire e a incassare il fatto che in Veneto, quando il prossimo autunno si tornerà a votare, dovrà scegliere un altro cavallo su cui puntare, diverso da Luca Zaia.

Ieri, il Carroccio ha giocato la carta della disperazione: quello di un emendamento che rimetteva in gioco i presidenti di Regione che già governano da dieci anni. Ma lo stop alla sua mossa è arrivato da uno dei più autorevoli dirigenti di Fratelli d'Italia, il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Terzo mandato, La Russa para le ambizioni della Lega

Il Carroccio non sa più in che direzione andare per arrivare alla meta del terzo mandato, vale a dire alla cancellazione del tetto delle legislature che possono svolgere gli amministratori locali.

Ieri, i suoi uomini hanno presentato un emendamento al ddl sui consiglieri regionali con l'obiettivo di giungere in extremis ai tre mandati per i presidenti delle Regioni a statuto ordinario. Ma Salvini e company hanno dovuto prendere atto che i loro alleati di Fratelli d'Italia e Forza Italia hanno tutt'altro parere a tal proposito. 

Ma con quali parole ieri il presidente del Senato Ignazio La Russa ha posto fine ai sogni di gloria della Lega? Ai giornalisti che gli hanno chiesto del terzo mandato, ha risposto così:

virgolette
È tramontato. Ma non so se è un tramonto o un'eclissi

Come dire: buonanotte. 

Contenuto e iter dell'emendamento della discordia

Ma, nello specifico, l'emendamento della Lega cosa chiedeva? 

In pratica, si trattava di modificare la legge n.165 del 2 luglio 2004 ammettendo il terzo mandato per i presidenti delle Regioni a statuto ordinario. All'esame della commissione Affari costituzionali del Senato con primo firmatario il senatore Paolo Tosato, il testo chiedeva di sostituire l'espressione "secondo mandato" con "terzo mandato" nell'articolo 2 della legge 165 nel paragrafo inerente la "non immediata rieleggibilità dei presidenti di Regione".

Ma non c'era solo la proposta di questa modifica: il testo della Lega, infatti, aggiungeva che la norma si applicava "in ciascuna Regione a statuto ordinario con riferimento ai mandati successivi all'adozione della prima legge regionale intervenuta in materia elettorale dopo l'entrata in vigore della legge n.165 del 2 luglio 2004".

Il giorno della verità dovrebbe essere in ogni caso domani: giovedì 26 giugno, quando in commissione si dovrebbe procedere all'esame e anche al voto di tutti gli emendamenti proposti al ddl consiglieri, ha avuto modo di spiegare il presidente della commissione affari Costituzionali, Alberto Balboni.

La replica leghista: ora il Governo sarà prigioniero dei veti incrociati?

Il senatore leghista Paolo Tosato, intanto, ha iniziato a mettere le mani avanti

virgolette
Abbiamo depositato l'emendamento perché continua a rappresentare la nostra posizione. Riteniamo che chi deve giudicare l'operato di un presidente di Regione debba essere la cittadinanza e riteniamo che ci siano Governatori che ancora oggi, dopo due mandati, siano ancora più accreditati nel consenso dei cittadini

Per qualcuno, lo stop al terzo mandato coinciderà con lo stop allo ius scholae nell'ambito della riforma della cittadinanza sostenuto da Forza Italia. Il Governo Meloni, quindi, sarà prigioniero dei veti incrociati? Sempre Tosato ha fatto presente: 

virgolette
Noi presentiamo l'emendamento consapevoli che le posizioni all'interno della maggioranza non sono univoche e che attualmente le possibilità che venga accolto sono molto risicate. Ma noi la nostra battaglia la portiamo avanti fino in fondo per non lasciare nulla di intentato e anche per fare chiarezza sulle varie posizioni. Se il governo darà libertà di voto, noi lo metteremo al voto l'emendamento. Più delicata sarebbe la situazione se il governo desse parere negativo, in quel caso valuteremo se sia opportuno ritirare l'emendamento

 

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