24 Jun, 2025 - 20:32

Centrodestra, ennesimo colpo di scena sul terzo mandato per i governatori. La Lega ci riprova

Centrodestra, ennesimo colpo di scena sul terzo mandato per i governatori. La Lega ci riprova

Ennesimo colpo di scena sul terzo mandato per i governatori. Nonostante l'intesa nel centrodestra non si sia materializzata, la Lega decide comunque di presentare, per la quarta o quinta volta, una proposta per superare il limite di due consiliature per i presidenti di Regione e adesso si dovrebbe arrivare, per l'ennesima volta, a un voto. Che non farà che certificare la divisione della maggioranza, anche perché Fratelli d'Italia, visto che l'apertura a discuterne non ha portato frutti, dovrebbe mantenere la sua posizione originaria e votare contro l'emendamento presentato dai leghisti veneti, insieme a una rappresentanza di senatori del Nord. La giornata inizia con la sorpresa del partito di Matteo Salvini che a ora di pranzo, dopo le comunicazioni di Giorgia Meloni sulle crisi in vista del vertice Nato e del Consiglio europeo, deposita un testo stringato che punta a cancellare il limite di due mandati sostituendoli con "tre".

La postilla "salva Zaia"

Non solo: le poche righe prevedono una postilla tecnica 'salva-Zaia', che se si ricandidasse, sarebbe in realtà per il suo quarto mandato. Il veicolo scelto, già individuato prima della rottura tra alleati, è quello giusto: un ddl sui consiglieri regionali che è all'esame del Senato con una corsia preferenziale (la sede "redigente", previo accordo tra tutti i gruppi), che taglia i tempi dell'Aula. Poche speranze però, come ammettono anche in casa Lega, sul successo dell'operazione. Quello che mostra, di fatto, è una continua sfida interna tra alleati. "E' la nostra battaglia. Andiamo a vedere in modo chiaro e inequivocabile come si manifesterà il voto" dice esplicitamente rivolto a Fratelli d'Italia Paolo Tosato, primo firmatario dell'emendamento. Nella Lega (e nella Liga veneta) in queste settimane è rimasto sempre alto il sospetto che quello degli alleati fosse un bluff. Ma oggi non ci sono le precondizioni per sostenere quella proposta, argomentano i meloniani, proprio perché a fronte dell'offerta di discuterne avanzata da Giovanni Donzelli per conto del partito qualche settimana fa, alla fine non ci si è seduti a nessun tavolo e la spaccatura si è concretizzata a suon di dichiarazioni belligeranti tra leghisti e Forza Italia.

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