26 Jun, 2025 - 13:45

Chi è Luciano Buonfiglio? Biografia del nuovo presidente del Coni

Chi è Luciano Buonfiglio? Biografia del nuovo presidente del Coni

Il 26 giugno 2025 segna una data storica per lo sport italiano: Luciano Buonfiglio è stato eletto nuovo presidente del CONI, succedendo a Giovanni Malagò dopo dodici anni di mandato. La sua elezione è avvenuta durante il 309° Consiglio Nazionale Elettivo, presso il Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” di Roma, dove Buonfiglio ha ottenuto 47 voti su 81, superando il principale sfidante Luca Pancalli, fermo a 34 preferenze. La scelta di Buonfiglio, sostenuto dal presidente uscente Malagò, rappresenta una linea di continuità per il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, chiamato ora a guidare lo sport azzurro verso le sfide dei prossimi anni, a partire dai Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano-Cortina 2026.

Luciano Buonfiglio: età e origini

Luciano Buonfiglio è nato a Napoli il 15 novembre 1950 e ha 74 anni. Cresciuto nel quartiere Posillipo, si è avvicinato al mondo degli sport acquatici grazie al Circolo Nautico Posillipo, imparando prima a nuotare e poi a praticare la vela. A quindici anni si è trasferito a Milano per motivi familiari, dove ha iniziato a dedicarsi alla canoa, disciplina che avrebbe segnato tutta la sua vita. L’inserimento nella nuova città non fu semplice, ma proprio in quegli anni nacque in lui la determinazione a non restare mai indietro, qualità che lo accompagnerà per tutta la carriera sportiva e dirigenziale.

Luciano Buonfiglio: moglie e figli

Sulla vita privata di Luciano Buonfiglio, in particolare riguardo a moglie e figli, le fonti pubbliche disponibili non riportano dettagli specifici. Tuttavia, in diverse occasioni Buonfiglio ha dedicato i suoi successi alla famiglia, sottolineando il valore degli affetti e il sostegno ricevuto durante la lunga carriera sportiva e dirigenziale. La riservatezza sulla sfera personale è sempre stata una sua caratteristica, preferendo mantenere i riflettori sulla sua attività professionale e sui risultati ottenuti per lo sport italiano.

Carriera nello sport

La carriera sportiva di Luciano Buonfiglio inizia negli anni Sessanta come canoista: vanta 36 presenze nella Nazionale italiana di canoa velocità, è stato più volte campione d’Italia, ha partecipato a cinque Campionati Mondiali e ha rappresentato l’Italia alle Olimpiadi di Montreal 1976, raggiungendo la semifinale nel K4 1000 metri. Dopo aver vestito la maglia delle Fiamme Oro, Buonfiglio ha concluso la carriera agonistica nel 1980, iniziando subito un percorso dirigenziale.

Dirigente e manager internazionale

Dal 2005 è presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak (FICK), ruolo in cui è stato riconfermato più volte, portando la federazione da 5.500 a oltre 20.000 tesserati, risanando i bilanci e rilanciando l’attività sportiva sia a livello nazionale che internazionale. Sotto la sua guida, la FICK ha ottenuto risultati di prestigio, tra cui titoli mondiali e olimpici, e ha consolidato la propria credibilità internazionale. Nel 2024 è stato nominato vicepresidente dell’International Canoe Federation (ICF), dopo essere stato tesoriere e membro del Board per diversi mandati.

Esperienza nel CONI e nel mondo aziendale

Buonfiglio ha già maturato esperienza ai vertici del CONI, ricoprendo il ruolo di vicepresidente dal 2013 al 2018 durante il primo mandato di Malagò. È stato anche commissario straordinario della Federazione Italiana Pentathlon Moderno e membro di Consiglio e Giunta del CONI. Parallelamente alla carriera sportiva, ha lavorato nel settore assicurativo e bancario, fino a diventare direttore centrale corporate in Ras/Allianz, portando una visione manageriale e una forte attenzione alla pianificazione strategica anche nel mondo dello sport.

Visione e obiettivi

Nel suo programma per il CONI, Buonfiglio ha sottolineato l’importanza di una gestione aziendale e partecipata, puntando su trasparenza, sostenibilità economica, valorizzazione delle federazioni minori e sviluppo degli impianti sportivi. Ha dichiarato di voler proseguire nel solco tracciato da Malagò, ma con un approccio ancora più inclusivo e condiviso, mettendo al centro atleti, società sportive e territori.

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