Gli italiani sono creduloni, nel senso che credono nell'importanza dell'informazione ma non riescono a orientarsi tra le molteplici fonti a disposizione. Emerge dallo studio "Senza filtri: l'informazione nell'epoca della disintermediazione tra opportunità e caos", promossa da INC-PR Agency content First in occasione dei suoi 50 anni di attività, e realizzata da Astra Ricerche su un campione rappresentativo della popolazione italiana (1.023 interviste, 18-70 anni).
Il dato più sorprendente riguarda la discrepanza tra canali usati e percezione di affidabilità:
La tv (70,8%) e i quotidiani (40,8%) sono invece considerati i più affidabili, ma vengono consultati meno rispetto a amici e conoscenti (61,6%), social network (60%) e messaggistica privata (57,1%).
Lo studio mostra un elevato consumo di contenuti ma anche una scarsa profondità di fruizione:
Il 41% considera "così così" la difficoltà di distinguere il vero dal falso. E' un segnale molto chiaro che il fenomeno della disinformazione è sottovalutato e occorre correre ai ripari perché una falsa notizia può far male a persone e organizzazioni più di uno schiaffo in faccia. E le parole sono come le frecce, una volta lanciate non tornano indietro.