15 Jul, 2025 - 15:35

Pochi luoghi pubblici ricordano Nelson Mandela

Pochi luoghi pubblici ricordano Nelson Mandela

Troppo pochi i luoghi pubblici intitolati a Nelson Mandela, troppo raro il suo nome nella toponomastica delle città italiane. Per questo, in occasione del Mandela Day 2025, alcune associazioni lanciano un appello affinché le amministrazioni comunali italiane scelgano di rendere visibile e permanente quell’eredità intitolando a Nelson Mandela strade, piazze, scuole, biblioteche. L’invito è a farlo non solo per dovere storico, ma per necessità civile, in un tempo in cui il razzismo, l’odio e la guerra sembrano tornare con forza nel discorso pubblico e nelle nostre vite quotidiane. Tra le associazioni firmatarie dell’appello ci sono Arci e Comunità di Sant’Egidio, la Cgil e la Fondazione Lelio Basso.

Un contributo per la valorizzazione di Mandela viene da uno dei tanti bei libri scritti da Marcello Flores, pubblicato nel 1999, sulla commissione per la verità e la riconciliazione che ha rappresentato l'esperienza più originale e innovativa che paesi giunti alla democrazia dopo decenni di regime illiberale hanno compiuto per fare i conti col proprio passato. Affrontare insieme il problema della giustizia e quello della memoria, in un quadro di ricostituzione dell'unità e dell'identità nazionale, non era un obiettivo facile per il nuovo governo democratico guidato da Nelson Mandela dopo decenni di regime di apartheid. Esso aveva di fronte a sé diversi modelli: da quello di Norimberga a quello sperimentato in America Latina dopo la fine delle dittature militari o nell'Europa centrale e orientale a seguito del crollo dei regimi comunisti. 

Trenta anni fa la commissione per la verità e la riconciliazione 

La scelta della Commissione è stata quella di dare la parola, innanzitutto, alle vittime: riconsegnando la loro dignità, riconoscendo il valore della lotta compiuta e costringendo l'intera nazione a riflettere sulla natura e le cause dei delitti commessi e dei torti subiti. Ai mandanti e agli esecutori dei crimini dell'apartheid è stato chiesto, come requisito per chiedere l'amnistia, di raccontare l'intera verità sulle atrocità commesse e sui meccanismi che le avevano consentite. Anche a coloro che nel corso della lotta di liberazione avevano subordinato il rispetto dei diritti umani al raggiungimento dei propri obiettivi politici è stato chiesto di confessare pienamente il proprio operato. Nel trentesimo anniversario della nascita della commissione per la verità e la riconciliazione è giusto ricordare questo strumento originale per raggiungere la serenità dei popoli.

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