15 Jul, 2025 - 15:37

Garlasco, giallo "ignoto 3": ecco chi sarà sottoposto al test del DNA

Garlasco, giallo "ignoto 3": ecco chi sarà sottoposto al test del DNA

Nel cuore dell’estate 2025, il delitto di Garlasco – l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007 – torna ad essere centrale nell’attenzione dei media e della magistratura. Questa volta al centro delle indagini c’è una traccia genetica maschile sconosciuta, ribattezzata “ignoto 3”, rinvenuta nel cavo orofaringeo della giovane vittima durante nuove analisi disposte nell’ambito di una recente riapertura del caso. Gli inquirenti ora si apprestano a confrontare questo Dna con quello di almeno 30 persone, nel tentativo di rispondere a uno dei principali interrogativi: si tratta veramente di una possibile traccia dell'assassino o di una contaminazione derivata dalle procedure peritali?

Garlasco, le indagini genetiche su "Ignoto 3"

Le indagini sono nate dal riesame dei tamponi orofaringei prelevati nel corso delle operazioni di autopsia e della successiva riesumazione del corpo di Chiara Poggi. Nello specifico, le nuove tecniche di analisi genetica sono state applicate su cinque campioni di garza utilizzati per raccogliere materiale biologico dal palato, dalla lingua e dalle pareti della bocca della vittima. I risultati hanno portato alla luce la presenza di un profilo genetico maschile mai identificato in precedenza – appunto “ignoto 3” – accanto ad altri profili già noti, come quello dell’assistente del medico legale che effettuò l’autopsia nel 2007.

La procedura di comparazione: chi sarà sottoposto al test?

Il passo successivo che hanno deciso gli inquirenti è la comparazione sistematica del Dna isolato con quello di tutte le persone che, per varie ragioni, hanno avuto accesso o contatti diretti con il cadavere di Chiara Poggi. L’elenco comprende:

  • Medici legali
  • Tecnici della scientifica
  • Soccorritori
  • Personale coinvolto nella riesumazione
  • Chiunque abbia effettuato rilievi o interventi autoptici o forensi

In tutto, saranno prelevati campioni genetici da almeno trenta persone. L’obiettivo è duplice: accertare se la traccia appartenga effettivamente a una di queste persone, indicativa così di una possibile contaminazione avvenuta durante le operazioni tecniche, oppure se ci si trovi di fronte a una pista investigativa valida, eventualmente riconducibile a una persona mai identificata prima d’ora tra gli indagati, complice o autore materiale del delitto.

Contaminazione o nuova pista?

La discussione tra periti e consulenti tecnici è accesa. Se da una parte l’ipotesi della contaminazione sembra plausibile – considerando soprattutto la polemica sorta attorno all’utilizzo di una garza non sterile durante l’autopsia invece di un tampone orale – dall’altra il profilo genetico apparso è descritto da alcuni esperti come "netto, completo, robusto e con 22 marcatori" e dunque meritevole di approfondimento.

Alcuni consulenti, tra cui l’ex comandante dei RIS Luciano Garofano, sottolineano che potrebbe trattarsi di un mix tra il profilo dell’assistente medico legale e quello di una persona sconosciuta, in quantità minime, quindi più suggerirebbe un’involontaria contaminazione piuttosto che la presenza di un effettivo "terzo uomo". Altri, tuttavia, invocano la necessità di non sottovalutare la pista di un secondo soggetto coinvolto nell’omicidio, tanto che procuratori e giudici hanno deciso di ampliare la rosa dei soggetti da sottoporre a comparazione genetica.

Le conseguenze sull’inchiesta

La presenza del Dna “ignoto 3” ha già escluso sia Alberto Stasi – l’ex fidanzato di Chiara, attualmente in carcere per una condanna definitiva – sia Andrea Sempio, nuovo indagato emerso negli ultimi sviluppi della Procura di Pavia. Nessun match è stato riscontrato con loro né con i loro conoscenti più stretti. Se il confronto con le trenta persone identificate non darà risultati, la pista investigativa punta o a un errore tecnico, o a una persona che non è mai stata coinvolta finora nel caso.

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