19 Jul, 2025 - 08:53

Il brigidino nato per lo sbaglio delle suore

Il brigidino nato per lo sbaglio delle suore

Dopo130 anni il brigidino di Lamporecchio è stato riconosciuto tra i prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) toscani. Una sorta di albo d’oro del sapore. Il gastronomo Pellegrino Artusi inserì la cialda croccante tipica di Lamporecchio, in provincia di Pistoia, nel suo libro di ricette (“La scienza in cucina”). E, ricorda Il Tirreno, la definì - già nel 1891 - “un trastullo speciale della Toscana”. Un dolce per sbaglio, nato da un errore delle suore devote a Santa Brigida nel preparare l’impasto. Le monache producevano le ostie per la comunione ma quella volta aggiunsero nuovi ingredienti e fu l’inizio di tutto. 

Il dolce tipo di Lamporecchio entra nell’albo dei sapori

Il Brigidino non è solo un dolce. No. È un misto tra leggenda, storia e passione. Oltre che una parte significativa del tessuto economico di Lamporecchio: tre sono i produttori, una settantina gli ambulanti che, ogni anno, ne sfornano oltre 200 tonnellate, sottolinea il quotidiano. Ma è anche quell’odore di anice che si diffonde nell’aria, il rumore della macchina a stantuffo (la cosiddetta “giostra”) che li produce in sottofondo in mezzo alla folla. I bambini si avvicinano ai banchi, attratti dal loro profumo. Ed eccoli, con il sacchetto in mano, durante la fiera di Lamporecchio. Il brigidino è più buono dello zucchero filato e delle caramelle. Una tradizione che si rinnova ogni anno. Anche questo, alla fiera di Lamporecchio, dal 1° al 6 agosto. Ma il venditore ambulante dei brigidini è presente in ogni fiera toscana. Ne ha fatta di strada quel dolce nato per sbaglio.

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