Quando si parla di “I segreti di Yellowstone”, il thriller trasmesso su Rai 2 e prodotto da Lifetime, l’immaginario ci conduce subito nei paesaggi maestosi del Parco Nazionale di Yellowstone, tra foreste imponenti, pianure sconfinate e una natura che oscilla tra il sublime e il terrificante.
Tuttavia, dietro la magia dello schermo, il film cela un piccolo “segreto” produttivo: Yellowstone, nella realtà delle riprese, non è mai stato sfiorato.
“I segreti di Yellowstone”, diretto da Tony Dean Smith, è infatti stato girato interamente a Vancouver, nella British Columbia, in Canada. Questa regione è una delle mete preferite dalle case di produzione nordamericane, grazie ad alcuni fattori decisivi:
Vancouver, spesso chiamata “la Hollywood del Nord”, è in grado di mimare alla perfezione i paesaggi del Nord America. Così, le foreste canadesi diventano facilmente gli estesi scenari selvaggi e i sentieri isolati del celebre parco statunitense.
La scelta di “spostare” il set in Canada è dettata in primo luogo da ragioni di budget e logistica. Girare in location tanto remote e protette come il Parco Nazionale di Yellowstone comporterebbe costi e vincoli legali ben maggiori rispetto al Canada.
Inoltre, Vancouver offre una maggiore praticità per la troupe e la possibilità di riprendere scene diverse senza spostarsi per centinaia di chilometri.
Il pubblico raramente se ne accorge, anche perché la fotografia e la regia puntano tutto sull’atmosfera di isolamento e tensione. Fitti boschi, strade sterrate immerse nella natura e piccoli centri di provincia garantiscono un realismo tangibile alle vicende del film, pur essendo molto distanti dal Wyoming o dal Montana.
Nel film, la storia si svolge interamente nel Parco Nazionale di Yellowstone: la protagonista Jessie (Lucie Guest) rimane bloccata con l’auto insieme alla figlia adolescente Michelle in una vasta area incontaminata. Inizia così un incubo tra sparizioni misteriose, ricerche disperate e un clima di sospetto che investe anche le autorità locali.
Tutto nel film – dai boschi profondi alle capanne isolate, dal clima capriccioso alle strade deserte – sembra urlare “Yellowstone”. E invece, grazie ad abili accorgimenti scenografici e alla varietà paesaggistica della British Columbia, la produzione riesce a ricostruire quell’atmosfera sospesa e minacciosa tipica dei grandi parchi americani.
Girando a Vancouver, la regia beneficia anche di una situazione controllata, ideale per realizzare la tensione di un thriller. Qui, i paesaggi lavorano in simbiosi con la trama: la vastità dei boschi suggerisce costantemente il rischio di potersi perdere, l’impossibilità di ricevere soccorsi e una sensazione latente di pericolo.
Queste sensazioni vengono rese in modo ancora più vivido dalla fotografia, che sfrutta la luce soffusa, il cielo imbronciato e la nebbia che spesso avvolge le foreste canadesi.