Quando un nome come Timothée Chalamet incontra la regia di James Mangold, l’attesa si accende. Se poi ci aggiungiamo delle rapine ad alta velocità in motocross, il risultato è un progetto esplosivo: "High Side".
Il nuovo film, ancora in fase di sviluppo, è il chiacchieratissimo action movie che potrebbe segnare un vero e proprio cambio di marcia nella carriera dell’attore e del regista.
Dopo aver sbancato con "A Complete Unknown", l’acclamato biopic su Bob Dylan che ha regalato a Chalamet una delle sue interpretazioni più convincenti e otto nomination agli Oscar, l’attore e Mangold sembrano pronti a rimettersi in moto - in tutti i sensi. Con "High Side", il duo si allontana dalle atmosfere poetiche e acustiche per buttarsi a capofitto in un thriller adrenalinico a suon di motori rombanti, corse nel deserto e colpi di scena.
Al centro di *High Side* troviamo Billy (Timothée Chalamet), un ex pilota di MotoGP tormentato da un passato ingombrante. Dopo un incidente che ha stroncato la sua carriera e la perdita del padre, Billy cerca di ricostruire una vita tranquilla lavorando nell’officina di famiglia. Ma la calma è solo apparente: il ritorno del fratello Cole, con cui non ha rapporti da tempo, sconvolge ogni equilibrio.
Cole è già nel mirino dell’FBI e ha un piano folle: sfruttare il talento di Billy sulle due ruote per mettere in piedi una serie di rapine in banca a bordo di superbike. Una sorta di "Fast & Furious" su due ruote, ma con più cuore e un sottotesto familiare che promette scintille. I due fratelli, insieme a una banda di personaggi sopra le righe - tra cui una donna misteriosa che diventa presto l’amante di Billy - iniziano a colpire le piccole banche del deserto. Rapidi, precisi, inarrestabili.
Più il bottino cresce, più i rischi aumentano. Fino a quando non decidono di alzare la posta in gioco con un colpo sincronizzato durante una grande parata motociclistica. Il problema? Lennox, un agente dell’FBI con un conto personale in sospeso con Cole, è sulle loro tracce. La tensione sale, la velocità pure: ci aspettano inseguimenti mozzafiato, emozioni forti e una resa dei conti da cardiopalma.
Sebbene "High Side" non sia ancora ufficialmente in produzione, l’ipotesi di rivedere Chalamet e Mangold insieme ha già acceso l’hype. Dopo essersi calato nei panni del poeta ribelle Dylan, Timothée potrebbe ora affrontare un ruolo molto diverso: fisico, tormentato e decisamente adrenalinico. Per l’attore parigino, sarebbe la prima vera incursione nel cinema d’azione puro - un cambio di pelle che in molti aspettano da tempo.
Mangold, invece, è una garanzia quando si parla di scene a tutto gas. Lo ha già dimostrato in "Ford v Ferrari", dove ha saputo bilanciare l’introspezione dei personaggi con sequenze di gara mozzafiato. Portare quell’energia in un contesto crime contemporaneo con motocross e rapine potrebbe dare vita a un mix irresistibile.
Dietro le quinte, c’è anche il coinvolgimento di Chernin Entertainment alla produzione e di Sugar23 nella gestione del progetto, basato su un soggetto originale dello sceneggiatore Jaime Oliveira. Nonostante non ci sia ancora una conferma definitiva del casting, il fatto che Hollywood sia in fermento per il film la dice lunga sul potenziale di questa storia.
Attualmente, Chalamet è impegnato sul set di "Dune: Part Three" e "Marty Supreme", il nuovo progetto firmato da Josh Safdie per A24, ambientato nel mondo del ping pong. Considerati i suoi impegni e il fatto che "High Side" sia ancora in fase di proposta, è probabile che le riprese non inizino prima del 2026.
Tuttavia, l’attenzione mediatica è già altissima. I fan di Chalamet sono pronti a seguirlo anche in territori inesplorati, e l’idea di vederlo in sella a una superbike, con casco e giubbotto in pelle, alle prese con inseguimenti e rapine, è decisamente intrigante. A maggior ragione se dietro la macchina da presa c’è un regista come Mangold, che sa come dosare spettacolo e narrazione.
Se il progetto andrà in porto, "High Side" potrebbe rappresentare non solo un film spettacolare, ma anche una riflessione sui legami familiari, la redenzione e le seconde possibilità, tutti temi che spesso ritornano nel cinema di Mangold.