Il mondo del calcio è stato scosso dalla notizia della morte di Jorge Costa, ex capitano e leggenda del Porto, che ha lasciato un segno indelebile nella storia dello sport portoghese e internazionale. Costa, simbolo di determinazione e leadership in campo e dirigente stimato fuori, è scomparso all’età di 53 anni lasciando un enorme vuoto tra tifosi, colleghi e familiari.
Jorge Costa è morto in seguito a un arresto cardio-respiratorio che lo ha colpito al centro sportivo di Olival durante la mattinata del 5 agosto 2025. Dopo aver effettuato un’intervista per SportTV e lamentato il forte caldo, Costa ha improvvisamente accusato un malore intorno alle 12:30. Gli immediati soccorsi prestati dallo staff medico del Porto, con l’ausilio di un defibrillatore, non sono bastati: è stato trasferito d’urgenza in condizioni gravissime all’ospedale São João di Porto, dove è deceduto nel primo pomeriggio a causa delle gravi complicanze cardiache.
Jorge Paulo Costa Almeida era nato a Porto il 14 ottobre 1971. All’età di 53 anni, la sua morte improvvisa lo ha strappato all’ambiente che lo aveva visto protagonista per decenni come atleta, allenatore e dirigente sportivo. Cresciuto nei vivai del Porto, da giovane Costa si era guadagnato il soprannome di “Bicho” (animale) e “Tanque” (carro armato) per il suo stile robusto, aggressivo e il carisma naturale, doti che lo avrebbero caratterizzato per tutta la carriera.
Nonostante Jorge Costa sia stato spesso al centro delle cronache sportive per il suo ruolo di primo piano con il Porto e la Nazionale portoghese, la sua vita privata è sempre stata mantenuta in forte riservatezza. Al momento, le fonti ufficiali non riportano dettagli precisi su moglie e figli o sulla composizione della sua famiglia.
La carriera di Jorge Costa è stata segnata da successi eccezionali sia da calciatore sia da allenatore. Dopo aver iniziato nelle giovanili del Porto, ha esordito da professionista in prestito a Penafiel e Marítimo, tornando poi definitivamente al Porto nel 1992. Come difensore centrale, Costa è stato titolare e capitano dei “Dragões” per oltre un decennio, collezionando 251 presenze e segnando 16 reti in Primeira Liga.
Con il Porto, Costa ha vinto otto campionati portoghesi, cinque Coppe nazionali, otto Supercoppe di Lega, oltre a un triplete europeo straordinario: Coppa UEFA (2003), Champions League (2004) e Coppa Intercontinentale (2004) sotto la guida di José Mourinho. Dopo un breve periodo al Charlton Athletic nel 2002 e la chiusura della carriera da calciatore allo Standard Liegi, Costa ha totalizzato 50 presenze con la Nazionale maggiore del Portogallo, partecipando a Europei e Mondiali.
Conclusa la carriera sul campo, è diventato allenatore, guidando squadre in Portogallo e all’estero, tra cui il Braga, l’AEL Limassol e il Mumbai City FC. Dal ritorno al Porto come dirigente sportivo, il suo impegno e la dedizione per la squadra sono sempre stati esemplari. Proprio in questo ruolo ha vissuto i suoi ultimi giorni, incarnando i valori del club fino all’ultimo istante.
Oltre ai tanti trionfi sul campo, Jorge Costa è stato protagonista involontario di uno degli episodi più discussi della Champions League: la celebre testata di George Weah. L’episodio avvenne nel 1996, nel tunnel degli spogliatoi dopo un Porto-Milan.
Weah, esasperato da insulti di natura razzista ricevuti in campo – come in seguito dichiarato dallo stesso liberiano – aggredì Costa con una violenta testata, causandogli una vistosa ferita al volto. “Volevo che, ogni volta che si guardava allo specchio, si ricordasse di me”, avrebbe poi spiegato Weah, riconoscendo di aver sbagliato ma anche sottolineando come il calcio sia stato ed è tuttora teatro di episodi di razzismo