06 Aug, 2025 - 18:54

Come finisce e dov’è stato girato "Immagina che"? Il film con Eddie Murphy da rivedere

Come finisce e dov’è stato girato "Immagina che"? Il film con Eddie Murphy da rivedere

Un papà stakanovista, una figlia geniale con amici immaginari e una copertina magica: no, non è una fiaba, è "Immagina che", la commedia fantasy del 2009 con un Eddie Murphy che ci ha fatto ridere, commuovere... e un po’ grattare la testa.

Sì, perché nonostante le buone intenzioni e la vena "feel good", il film è stato un flop al botteghino. Ma, a distanza di anni, è diventato uno di quei titoli da riscoprire, magari la domenica pomeriggio con una copertina e una cioccolata calda.

Se ti sei chiesto: "Come finisce "Immagina che"?" o  "Dove è stato girato quel mondo mistico di copertine parlanti e principesse invisibili?", eccoti la risposta - il trailer.

Dove è stato girato "Immagina che"? Le location reali

Se ti stai chiedendo dove abbiano dato vita al mondo incantato di Olivia, tra corse nei parchi e torri aziendali, ecco le coordinate. Anche se il film è stato presentato in anteprima ai Paramount Studios di Los Angeles, le riprese principali si sono svolte a:

  • Denver, Colorado, per le scene cittadine e le esterne dell’ufficio, sfruttando gli skyline moderni e puliti della città
  • Vancouver, British Columbia, Canada, una location super amata dai produttori per il suo mix di ambienti urbani e naturali, oltre agli sgravi fiscali (eh sì, anche Hollywood conta i soldi)
  • Los Angeles, in particolare gli interni aziendali e gli ambienti domestici sono stati girati in vari studi tra Paramount e location limitrofe

Le scene al parco, dove Evan e Olivia giocano fingendo di cavalcare unicorni o consultare le principesse, sono state girate in zone residenziali nei sobborghi di Vancouver, rese magiche dalla fotografia calda e colorata del film.

Insomma, un mix ben orchestrato di città americane e paesaggi canadesi ha dato vita all’illusione perfetta del mondo di "Immagina che".

La trama di "Immagina che"

Evan Danielson (interpretato da Eddie Murphy) è un consulente finanziario brillante ma completamente assorbito dal suo lavoro: vive incollato al cellulare, parla in percentuali e grafici, e ha messo in pausa la sua vita personale, soprattutto il rapporto con la figlia. La sua priorità? Battere sul tempo il rivale Johnny Whitefeather (Thomas Haden Church), un guru della finanza aziendale che mescola strategie d’investimento a proverbi pseudospirituali da manuale del perfetto ciarlatano.

La svolta arriva quando Evan, costretto a passare del tempo con la sua figlia di sette anni, Olivia (Yara Shahidi, qui al suo debutto sul grande schermo), scopre che la bambina si rifugia in un mondo immaginario fatto di principesse dai nomi buffi (Kupida, Mopida, Sopida) e guidato da una regina chiamata Qwali. Il tutto, custodito gelosamente da una copertina magica chiamata "Goo-Gaa".

Il colpo di scena? Le creature fantastiche di Olivia sembrano dare consigli finanziari clamorosamente azzeccati. Da quel momento, Evan inizia a consultare le "consigliere reali" della figlia prima di ogni riunione importante, trasformando disegnini colorati e farfalle immaginarie in strumenti di trading. Una mossa che sconvolge l’azienda e lo rimette in corsa per una promozione chiave.

Nel cast troviamo anche Nicole Ari Parker nei panni di Trish, l’ex moglie di Evan e madre amorevole di Olivia, che guarda con sospetto il rinnovato entusiasmo del padre. A guidare l’ufficio dove lavorano Evan e Johnny c’è Dante D’Enzo, interpretato da Martin Sheen, un boss tanto enigmatico quanto influente. E come dimenticare Ronny Cox, Stephen Root e Vanessa Williams nei ruoli di colleghi e figure aziendali dal tono ironico e sopra le righe?

Mentre Evan impara (a fatica) ad abbracciare l’immaginazione e a entrare nel mondo della figlia, si ritrova davanti a un bivio: seguire il potere della "Goo-Gaa" per far carriera o riscoprire davvero cosa significa essere padre.

Come finisce "Immagina che"

Abbiamo seguito Evan Danielson (Eddie Murphy), consulente finanziario ipercompetitivo e padre part-time, in una spirale di spreadsheet, riunioni e una rivalità aziendale con Johnny Whitefeather, il manager zen-farlocco. Ma quando la figlia Olivia entra in scena, il gioco cambia: le sue "visioni" con l’aiuto della copertina Goo-Gaa e delle principesse immaginarie iniziano a dare consigli finanziari più accurati di qualsiasi analista di Wall Street.

Il climax arriva nel momento più prevedibile ma tenerissimo: la presentazione finale per ottenere la promozione coincide con il concerto scolastico di Olivia. Evan sceglie l’evento più importante (spoiler: non è la riunione), si traveste da re (letteralmente) e corre a cantare con la figlia.

Le principesse immaginarie vengono salutate con commozione (e qualche foglia che svolazza senza vento, giusto per rendere il tutto poetico), e alla fine D’Enzo (Martin Sheen), il gran capo della società, offre comunque il posto a Evan, colpito dal suo gesto "anticonformista". In perfetto stile Hollywood: vincono il cuore, la famiglia e una buona dose di fantasia.

E no, non serve più la Goo-Gaa per prendere decisioni, perché Evan ha riscoperto quello che conta davvero.
(P.s. Whitefeather? È rimasto con una coperta da 6mila dollari e un figlio ipercaffeinato. Karma.)

Olivia, le principesse e il potere della fantasia

Uno degli aspetti più curiosi del film è l’idea che l’immaginazione possa battere la razionalità… anche in Borsa. La metafora è chiara: la fantasia può salvare anche il mondo aziendale, basta saperla ascoltare.

"Quando ho lasciato andare il controllo, ho trovato le risposte giuste", dice Evan in una delle scene chiave. Non è solo una lezione da papà pentito, ma un vero monito a un certo mondo aziendale: creatività batte Excel.

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