Il denim fa parlare, ma stavolta ha scatenato un vero e proprio putiferio. Sydney Sweeney, attrice classe 1997 e volto iconico di "Euphoria", si è trovata (di nuovo) al centro di una polemica social infuocata.
Il motivo? Una pubblicità per American Eagle che, a quanto pare, ha fatto alzare più di un sopracciglio.
Ma Sydney, invece di drammatizzare, ha fatto spallucce e ha proseguito per la sua strada. Anzi, secondo una fonte citata da Us Weekly, la star ha trovato tutta questa storia un po’… come dire? Esagerata.
Tutto è iniziato il 23 luglio, quando American Eagle ha lanciato una nuova campagna pubblicitaria con la sua testimonial di punta: Sydney Sweeney, bellissima e sorridente in total denim. Fin qui, tutto normale, se non fosse per lo slogan scelto:
Un gioco di parole furbetto, che strizzava l’occhio all’assonanza con "genes" (geni). E subito il web è esploso: alcuni utenti hanno letto nella frase un riferimento ambiguo alla genetica, all’eugenetica e agli standard di bellezza occidentali. Il tutto condito da accuse sottili (ma neanche troppo) di razzismo, privilegio bianco e comunicazione sbagliata.
In pochi minuti, il post ha fatto il giro dei social, tra meme, indignazione e teorie più o meno creative. American Eagle ha reagito con una dichiarazione pubblica:
Chiaro il messaggio: nessun riferimento ai geni o alla razza, solo tessuto, moda e stile. Ma la frittata era ormai fatta.
Sydney Sweeney, da parte sua, ha deciso di non esporsi direttamente. Nessun post di fuoco, nessun video in lacrime su Instagram. Secondo Us Weekly, ha preso tutto con filosofia.
"Sydney ritiene che tutta questa vicenda sia stata esagerata", ha detto una fonte vicina all’attrice.
E infatti ha fatto quello che qualunque diva millennial avrebbe fatto: ha ignorato il flame e si è tuffata nel lavoro. Ha iniziato le riprese della terza stagione di "Euphoria", tornando nei panni (e nei drammi) di Cassie Howard, la liceale più emotiva, fragile e irresistibilmente incasinata della serie.
Una mossa strategica? Forse. O magari solo istinto di sopravvivenza digitale. Del resto, Sydney ha già fatto i conti con l’opinione pubblica in passato - e non sempre è andata liscia.
Non è la prima volta che Sydney finisce sotto i riflettori per questioni politiche non cercate. Nel 2022, ha organizzato una festa per il 60esimo compleanno di sua madre. Tema? Country-chic, con ospiti in cappelli rossi in stile "Make America Great Again".
Il web è insorto, gridando allo scandalo e al sostegno indiretto a Donald Trump. Sydney ha subito replicato con un tweet esasperato:
Più tardi, parlando con il British GQ, ha spiegato di essersi sentita impotente:
Insomma, Sydney ha imparato a sue spese quanto sia facile bruciarsi con i social. E stavolta ha scelto di non alimentare le fiamme. Forse ha fatto bene.
Come se non bastasse, nella polemica è intervenuto anche Donald Trump. L’ex presidente degli Stati Uniti ha usato la sua piattaforma Truth Social per commentare lo spot di American Eagle, definendolo la pubblicità "più sexy" in circolazione.
In un colpo solo, l’ha definita sexy, ha promosso il brand e ha ricordato al mondo l’appartenenza politica della star (dettaglio che, a quanto pare, alcuni registri elettorali avevano già fatto trapelare).
Ma anche qui: zero reazioni da parte dell’attrice. Nessun commento, nessuna frecciatina. Ha lasciato parlare i jeans - e il mercato, visto che pare che i modelli indossati da Sydney siano effettivamente andati a ruba.
A quanto pare, lo slogan ha funzionato. Anche se forse in un modo… un po’ meno previsto del solito.