12 Aug, 2025 - 10:54

Artemio Franchi, il 12 agosto 1983 la perdita di un leader

Artemio Franchi, il 12 agosto 1983 la perdita di un leader

L’Enciclopedia Treccani gli ha dedicato un profilo che non rende del tutto giustizia al ruolo e all’importanza che Artemio Franchi, morto in un incidente stradale vicino ad Asciano (Siena) il 12 agosto del 1983, ha avuto nel mondo del calcio italiano e mondiale e nella società contemporanea. “Laureato in economia e commercio, industriale del settore del petrolio, è stato figura dominante nello sport italiano, estendendo progressivamente la sua sfera di influenza anche in ambito calcistico internazionale, tanto da arrivare alla presidenza dell'Uefa e della Commissione arbitri mondiale” ricorda l’Enciclopedia. 

All’opera di Franchi si deve la rinascita del calcio italiano dopo la clamorosa eliminazione ai mondiali inglesi del 1966 ad opera della sconosciuta Corea del Nord. Nel 1967 viene eletto presidente della Figc, incarico che ricoprirà per dieci anni portando la nazionale al titolo europeo nel ‘68 e alla finale mondiale in Messico nel 1970. Fu lui a scegliere Ferruccio Valcareggi per la panchina della nazionale, una decisione coraggiosa ma i risultati dimostrarono che la scelta era stata azzeccata. 

Riuscì a farsi amare da due città rivali, Firenze e Siena

Il 15 marzo 1973 viene eletto presidente dell'Uefa e sarebbe stato eletto a capo della Fifa se il 12 agosto del 1983 sulla via Lauretana non avesse “incontrato” un camion. Impatto terribile che provocò la morte di quest’uomo, fiorentino-senese o senese-fiorentino, che stava andando a Vescona, nei pressi di Asciano a trovare un fantino del Palio di Siena, Silvano Vigni detto Bastiano. Sì, questioni di Palio, perché Artemio Franchi è stato per anni capitano della contrada della Torre. Non riuscì a conquistare la vittoria in piazza del Campo ma Siena, la città che amava, lo volle omaggiare subito con l’intitolazione dello stadio ma prima ancora fu un paese del Chianti, Castelnuovo Berardenga, a dedicargli il campo di calcio. Poi venne Firenze, la città dove era nato. Con la sua diplomazia riuscì a farsi amare da due città rivali.

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