14 Aug, 2025 - 08:00

Perché Raoul Bova ha registrato il marchio "occhi spaccanti"? Ecco il motivo

Perché Raoul Bova ha registrato il marchio "occhi spaccanti"? Ecco il motivo

Un nuovo tassello nella assurda storia che ha coinvolto Raoul Bova nelle ultime settimane. Il famoso attore ha registrato il marchio "occhi spaccanti" per evitare la continua diffusione dell'audio ormai diventato virale. Ma in che modo questo è davvero possibile?

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Perché Raoul Bova ha registrato il marchio "occhi spaccanti"? 

In seguito alla diffusione, da parte di Fabrizio Corona, di messaggi e vocali che l'attore avrebbe inviato alla modella Martina Ceretti, Bova è ricorso a una soluzione legale davvero insolita.

Per frenare la circolazione del contenuto, in particolare della frase "occhi spaccanti" diventata virale e oggetto di meme, Bova ha denunciato un presunto ricatto e, attraverso l'avvocata Michela Carlo (dello studio Bernardini De Pace, nonché ex suocera dell'attore), ha depositato il marchio della frase presso l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.

La richiesta riguarda sia la frase "occhi spaccanti" sia la versione completa "Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso e dagli occhi spaccanti". La mossa, se approvata, impedirebbe l'uso commerciale della frase in vari settori, dall'abbigliamento ai cosmetici. Come spiegato dall'avvocata a Adnkronos, si tratta di un tentativo, tra gli altri, di bloccare la diffusione dei video che hanno creato tanto scalpore. La richiesta di registrazione è ancora in fase di valutazione.

Chiunque userà quell'espressione per scopi commerciali (per esempio se qualcuno avesse avuto l'idea di stampare delle t-shirt con la frase incriminata) dovrà "fare i conti" con l'attore, che potrà chiedere un risarcimento per l'utilizzo di un marchio registrato. Si tratta di un reato punibile con un massimo di quattro anni di carcere e multe fino a 35mila euro.

Inoltre a seguito dello scandalo, Raoul Bova avrebbe valutato di fare causa a Ryanair e al Napoli Calcio, che avevano usato i suoi audio in modo ironico sui social. Nel frattempo, il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto una indagine per verificare eventuali violazioni della privacy e del codice deontologico dei giornalisti.

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La vicenda che ha coinvolto Raoul Bova, dopo la diffusione di messaggi e audio privati, si arricchisce di nuovi dettagli. A fornirli è Federico Monzino, il rampollo milanese "amico speciale" di Martina Ceretti, la modella con cui l'attore avrebbe scambiato i messaggi.

In una intervista al Corriere della Sera, Monzino ha cambiato la sua versione dei fatti, mettendo in discussione il ruolo di Fabrizio Corona. Il ragazzo ha raccontato che il re dei paparazzi, durante una prima visita a casa sua per visionare chat e audio, indossava un cappellino con una telecamera nascosta, registrando tutto senza il suo consenso.

È stato lo stesso Corona a rivelarglielo in seguito tramite messaggi. Solo in un secondo momento, per rendere lo scoop più "scottante" e "fare diventare Martina famosa", Monzino ha ammesso di avergli inviato volontariamente gli audio e le chat tramite registrazione dello schermo.

Il telefono di Monzino è stato sequestrato, ma l'uomo si sta preparando a denunciare Corona, affermando di poter dimostrare tutto tramite le chat salvate sul dispositivo. I suoi legali sono stati informati di questa decisione, che aggiunge un ulteriore, importante tassello alla complessa indagine in corso.

Ricordiamo che Martina Ceretti è una modella romana di 23 anni, nota per il suo presunto flirt con Raoul Bova. Laureata in Filosofia, si è trasferita a Milano per lavorare nella moda e sogna di diventare un'attrice, dopo aver studiato recitazione e canto. Ha già collaborato con diversi brand e ha partecipato a un videoclip di Eros Ramazzotti.

Oltre 100mila persone la seguivano su Instagram, prima della decisione di chiudere l'account e cambiare anche numero di telefono. La sua vita personale è molto riservata, anche se il suo nome è stato associato a quello del calciatore Sandro Tonali e di Stefano De Martino.

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