Quando si parla di Quentin Tarantino, non esiste mai la via di mezzo: o sorprende o spiazza. E la notizia che il regista di "Pulp Fiction" e "Kill Bill" abbia rinunciato a dirigere il sequel di "C’era una volta a Hollywood" ha fatto esattamente questo.
Tempo di assimilare lo shock, che è arrivata la seconda (forse pure terza, dopo tutte le sorprese sul film) grande novità. Al posto di Tarantino, dietro la macchina da presa ci sarà David Fincher, il genio visionario di "Fight Club" e "Se7en".
Ma perché questa scelta? Tarantino l’ha spiegato, e lo ha fatto con il suo solito mix di sincerità brutale e passione cinefila.
Ad aprile è arrivata la bomba: Brad Pitt sarebbe tornato nei panni di Cliff Booth, lo stuntman che gli ha fatto vincere l’Oscar, in un sequel targato Netflix dal titolo provvisorio "The Adventures of Cliff Booth". Tutti si aspettavano che a firmare la regia fosse di nuovo Quentin Tarantino. E invece no.
Il regista ha confessato nel podcast "The Church of Tarantino" che non voleva che il suo decimo e ultimo film fosse un sequel:
Ha detto. E poi ha aggiunto: "In questo ultimo film devo non sapere cosa sto facendo. Devo trovarmi in un territorio inesplorato". Insomma, per Tarantino non c’è gloria nel replicare: il suo cinema deve spingersi sempre un passo più in là. Così ha deciso di affidare la regia a qualcun altro, pur restando legato al progetto.
Il nome scelto non è uno qualunque, ma quello di David Fincher, due volte candidato all’Oscar e considerato uno dei maestri del cinema contemporaneo. Da "Fight Club" a "Il curioso caso di Benjamin Button", passando per "Zodiac" e "Gone Girl", Fincher ha dimostrato di saper raccontare storie oscure e complesse con uno stile unico.
Tarantino non ha nascosto l’ammirazione nei suoi confronti:
Una dichiarazione che sa tanto di passaggio di testimone. Non è solo una questione di regia: Tarantino ha visto in Fincher la persona giusta per dare al personaggio di Cliff Booth una nuova vita cinematografica.
Attenzione però: nonostante la rinuncia alla regia, Tarantino non ha abbandonato il sequel. È lui ad aver scritto la sceneggiatura e figura anche come produttore. Lo stesso regista ha spiegato che sarà a disposizione del team durante la produzione, anche se non sarà presente sul set ogni giorno:
Il sequel sarà ambientato otto anni dopo gli eventi di "C’era una volta a Hollywood", quindi nel 1977. Secondo quanto trapelato, Cliff Booth lavora come fixer a Hollywood, un uomo di fiducia che risolve problemi dietro le quinte dell’industria cinematografica.
La trama resta in gran parte segreta, ma alcuni rumor suggeriscono che il film attingerà anche dal romanzo scritto da Tarantino nel 2021, sempre intitolato "C’era una volta a Hollywood".
Oltre a Pitt, il cast vedrà il ritorno di Timothy Olyphant e l’arrivo di nuovi nomi come Scott Caan, Elizabeth Debicki, Yahya Abdul-Mateen II, Carla Gugino e Holt McCallany. Una squadra di peso per un progetto che si preannuncia monumentale, con un budget da circa 200 milioni di dollari.
Parallelamente a questo progetto, Tarantino ha spiegato perché ha accantonato "The Movie Critic", quello che doveva essere il suo ultimo film. A un certo punto il progetto era stato pensato persino come serie TV:
Secondo Tarantino, il progetto sarebbe stato una sorta di "sequel spirituale" di "C'era una volta a Hollywood", ma senza legami diretti con i personaggi.
La rinuncia a dirigere il sequel non è un addio, ma una scelta consapevole per preservare la sua visione artistica. Tarantino vuole che il suo decimo film sia qualcosa di inaspettato, diverso, persino destabilizzante.
Nel frattempo, Netflix può contare su un dream team: una sceneggiatura firmata Tarantino, un protagonista come Brad Pitt e un regista visionario come David Fincher. "The Adventures of Cliff Booth" si annuncia come uno dei progetti più ambiziosi mai realizzati dalla piattaforma.