Stefano Benni se n’è andato ma “Bar Sport”, il libro uscito nel 1976 dedicato al luogo mitico della cultura popolare italiana, resta con noi. E’ stato il primo grande successo dello scrittore e giornalista nato a Bologna nel 1947 e morto a 78 anni. Con ironia aveva raccontato i bar sport della provincia italiana, quelli dove non si andava solo per prendere il caffè ma anche per leggere il giornale, litigandosi le pagine, discutere di sport e di politica e riferire gli ultimi pettegolezzi. E al bar dello sport passavano tutti, operai e professionisti, intellettuali superlaureati e analfabeti impregnati di sensibilità e astuzia.
Attorno al flipper e al tavolo della briscola e della scopa si ragionava in quei mitici anni Settanta se Mazzola era più bravo di Rivera, si facevano ipotesi su chi aveva rapito Aldo Moro, e su come votare al referendum sul divorzio. Brunello Cucinelli, il re del cachemire, ricorda con nostalgia gli anni in cui frequentava il bar del suo paesello in Umbria, le discussioni in cui si formavano le opinioni. Il bar, la parrocchia, la sezione di partito, luoghi quasi scomparsi. Spesso sono diventati spazi di consumo: al bar si va di corsa per prendere il caffè, in parrocchia per ascoltare la messa una volta ogni tanto, la sezione di partito, quando si ha la fortuna di trovarla e se il vecchio militante c’è ad aprirla, serve per darsi un tono.
Ecco perché il Bar Sport va letto e riletto a voce alta per ricordarlo con malinconia a chi ha vissuto quella stagione e per raccontarlo a chi quel luogo non lo ha frequentato perché non era neppure nato. Era anche il desiderio di Benni, scrive il figlio Niclas su Facebook: “Una cosa che Stefano mi aveva detto più volte è che gli sarebbe piaciuto che la gente lo ricordasse leggendo ad alta voce i suoi racconti. Quindi, se volete ricordarlo, vi invito in questi giorni a leggere le opere di Stefano che vi stanno più a cuore a chi vi sta vicino, ad amici, figli, amanti e parenti. Sono sicuro che, da lassù, vedere un esercito di lettori condividere il loro amore per ciò che ha creato gli strapperebbe sicuramente una gran risata”. Ed io sarò tra coloro che rileggeranno “Bar Sport” a voce alta.