15 Sep, 2025 - 12:05

Allegri e la giacca volante: il gesto che fa più rumore del clamoroso errore del Var

Allegri e la giacca volante: il gesto che fa più rumore del clamoroso errore del Var

Fa più rumore una giacca che vola o un incredibile errore tra San Siro e Var? "Allegri è tornato" diventa più virale di "l'arbitro ha sbagliato", ma dura una notte. Dal caffè del lunedì mattina si parla anche di quel che si è visto in campo e (non) visto al Var.

Milan, pasticcio del Var e Allegri s'infuria

Il bolognese Freuler esibisce tre falli netti sul debuttante Nkunku: prima una forte spinta da dietro in contemporanea e fallo netto con la gamba; poi, quando il milanista si rialza, si nota un altro contatto piede su piede. Eppure l'arbitro viene richiamato al Var e lì viene indirizzato all'annullamento del rigore, con tanto di annuncio affidato agli altoparlanti che diventa anche un po' grottesco. E pensare che a dirigere c'era Marcenaro, appena promosso internazionale, e a guardare c'era Fabbri, considerato uno specialista mondiale del Var.

Allegri, che fa volare la giacca, porta all'espulsione e alla squalifica per un turno. L'allenatore più "memato" del momento guarderà dalla tribuna la trasferta di Udine e poi tornerà in panchina per le prossime sfide a Napoli e Juventus. Nelle prossime tre giornate, il Milan se la vedrà con le prime tre in classifica. Come tre compiti in classe nelle prime settimane di scuola, a settembre. Mancherà il professor Maignan per infortunio al polpaccio, ma tornerà Rafa Leao, che promette di diventare studente e centravanti modello. Promessa da mantenere assolutamente, perché con Gimenez non si va tanto lontano. Questione di classe: Modric ce l'ha anche a 40 anni, per esempio.

Juve-Inter nel segno dei Thuram

Ci vuole classe anche nei comportamenti. Per informazioni citofonare a casa Thuram. Infatti, restando a Milano, ai tifosi rossoneri che recuperano il sorriso si contrappongono quelli nerazzurri arrabbiati come mai. Tutta colpa di Marcus, che scherza con Kephren sotto gli occhi di papà Lilian, seduto in tribuna d'onore. Il maggiore dei fratelli (l'interista) dice al minore di confessare il fallo, che tanto il Var l'avrebbe visto. Una battuta scherzosa. Una risata di troppo, sotto il bavero alzato della maglietta, che per i leoni da pallone fa sempre "mistero". Vabbè... una sciocchezza. Molto più grave, semmai, il fatto che l'interista non abbia esultato al gol. Perché va bene che papà giocava nella Juve ma, se è concessa un po' di ironia – anche se dubito – "non è giusto che le colpe dei padri ricadano sui figli".

E comunque i problemi dell'Inter sono tanti. Tra questi non c'è Thuram. E probabilmente nemmeno Chivu, cui viene chiesta l'assurdità di fare un'insurrezione schierando le forze dell'ordine. Cioè una rivoluzione operaia però mandando in campo i padroni. Un movimento giovanile con vecchietti in prima fila. Ecco, per chi non avesse capito le metafore: i problemi dell'Inter sono tutti gli over 30 tipo Sommer, oppure un paio di leader trascinatori che però non trascinano più (Lautaro e Barella), o magari qualcuno che sembra stressato da troppi impegni (Dimarco e perfino Bastoni).

Mentre l'Inter piange, Roma e Lazio si disperano in vista del derby: penosa sia la sconfitta giallorossa in casa con il Toro, sia quella della Lazio in trasferta contro il Sassuolo, che era l'unica squadra a zero punti in classifica.

In testa alla classifica se la passa bene la Juve operaia di Tudor, che fa quel che l'allenatore sapeva fare da giocatore: difendere e ripartire. Tipo il maestro Marcello Lippi, insomma. In più ci sono i giovani. Di Yildiz si sapeva. Di Adzic poco o nulla: è stato un arcobaleno di talento, coraggio e fantasia. L'impressione è che durerà più del tempo classico di un arcobaleno.

Napoli, macchina perfetta

Adzic ci sa fare. I paragoni si sprecano. Ma forse nessuno ha azzeccato quello giusto: assomiglia a De Bruyne. Sì, proprio lui, il campione belga che si sta ritrovando nel Napoli. Una macchina perfetta, quella di Antonio Conte. Gioca con classe e temperamento. Batte la Fiorentina sul palleggio e sulla grinta. Rispetto alla rosa germogliata con lo scudetto qualche mese fa, adesso ha Beukema, De Bruyne e Hojlund in più. Il Napoli è pronto per l'Europa: se non giovedì a Manchester, magari alla prima in casa. Quando al "Maradona" i tifosi canteranno a squarciagola la colonna sonora della Champions. E nulla, ma proprio nulla, farà più rumore. Tanto meno una giacca che vola...

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