Nella trasmissione Psiche criminale – Scomparsi, in onda sul canale 122, si è tornati a parlare del mistero che circonda la scomparsa di Rossella Corazzin. Tra gli ospiti in collegamento, l’ex magistrato Guido Salvini, da anni impegnato nello studio di vicende complesse legate a crimini e poteri occulti, e Mara Corazzin, cugina di Rossella, che da quasi cinquant’anni attende verità e giustizia.
Il caso di Rossella Corazzin continua a suscitare inquietudine e dolore anche a quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa. La giovane, appena diciassettenne, originaria di San Vito al Tagliamento in provincia di Udine, sparì nel nulla in un pomeriggio d’estate del 1975 mentre si trovava in villeggiatura a Tai di Cadore, nel Bellunese. Di lei si persero tutte le tracce dopo che aveva lasciato alcune lettere in cui accennava all’incontro con un ragazzo che chiamava “Gianni”. Da allora, nonostante ricerche, indagini e speranze, il suo destino è rimasto avvolto nel mistero. Oggi però, come emerso da alcune anticipazioni diffuse dal Corriere del Veneto, la bozza della relazione finale della Commissione bicamerale Antimafia rilancia un’ipotesi terribile: Rossella sarebbe stata rapita, drogata, violentata durante un rito a sfondo esoterico e infine strangolata in una villa di proprietà del medico perugino Francesco Narducci, affacciata sul lago Trasimeno.
Il nome di Narducci, professore universitario e gastroenterologo di fama, morto in circostanze misteriose nel 1985, è già noto alle cronache giudiziarie per i collegamenti ipotizzati con i delitti del cosiddetto Mostro di Firenze. Già negli anni scorsi si era parlato della sua possibile implicazione in vicende oscure, ma ora la Commissione Antimafia sottolinea come alcuni elementi del racconto di Angelo Izzo, uno dei protagonisti del massacro del Circeo, non possano essere archiviati come inattendibili. Izzo, nel 2016, aveva raccontato una sua verità sulla sorte di Rossella, descrivendola come vittima designata di una setta che intendeva compiere un sacrificio umano. Secondo la sua versione, la ragazza sarebbe stata prelevata con l’inganno, resa incosciente, condotta nella villa sul lago Trasimeno e lì sottoposta a un rituale macabro: portata su un tavolo, ferita, violentata e infine uccisa, per poi far sparire definitivamente il corpo.
Guido Salvini ricorda di aver interrogato Izzo innumerevoli volte. Pur con la prudenza che un testimone del genere impone, evidenzia come alcuni dettagli non siano mai stati smentiti. Nelle parole di Izzo si ritrova l’ambiente delle logge segrete, dei gruppi esoterici e delle collusioni con ambienti deviati della massoneria, un mondo dove violenza e potere si intrecciano. Per Salvini, l’ipotesi che Rossella sia stata vittima di un maniaco isolato avrebbe probabilmente portato al ritrovamento del corpo. Ma il suo sparire nel nulla, senza lasciare traccia, rimanda a un contesto più organizzato e capace di occultare prove e responsabilità.
Le parole di Mara Corazzin, cugina di Rossella, portano un punto di vista diverso, segnato dal dolore familiare e dalla frustrazione per decenni di indagini rimaste inconcludenti. Racconta di essere stata molto legata a lei, nonostante i sei anni di differenza, e di non aver mai coltivato realmente la speranza di poterla riabbracciare. Quando ha ascoltato le dichiarazioni di Izzo, ha faticato a elaborarle, ma riconosce che molti dettagli da lui forniti non erano mai stati resi pubblici e quindi non potevano essere frutto di invenzione o di semplici congetture. Ciò che la ferisce di più è l’atteggiamento della Procura di Perugia, che nel tempo ha archiviato il caso senza chiarire i numerosi interrogativi rimasti aperti. Per Mara resta l’amara consapevolezza che su questa tragedia non è mai stata fatta piena luce.
L’ipotesi avanzata dalla Commissione Antimafia è inquietante non solo per le modalità efferate del delitto, ma anche per i legami che emergono tra Narducci e ambienti dell’estrema destra. Salvini ha rivelato un dettaglio mai comparso negli atti ufficiali: dopo la morte del medico, alcuni suoi beni furono venduti a un personaggio di spicco dell’estrema destra italiana. Una coincidenza che non può essere liquidata come casuale e che rafforza l’idea di un intreccio torbido tra logge, potere politico e violenza criminale.
A distanza di anni, resta il dramma di una giovane vita spezzata e di una famiglia che non ha mai avuto giustizia. Rossella non era una vittima “predestinata”: era una ragazza normale, con sogni, affetti e una quotidianità semplice. La sua sorte, proprio per questo, appare ancora più crudele. L’idea che sia stata scelta come vittima sacrificale di un rito oscuro rende la sua morte un simbolo del male che può annidarsi nella società, nascosto sotto l’apparenza di rispettabilità.