Nicolò Martinenghi non è solo il re della rana italiana, ma anche un esempio di determinazione e resilienza. Dagli inizi timidi in piscina a Varese fino alla medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, la sua carriera è un mix di talento, disciplina e passione.
Ma chi c’è dietro il nuotatore olimpico? Famiglia, origini e curiosità rendono la sua storia ancora più affascinante e dimostrano che anche i campioni nascono tra sogni, sudore e piccole abitudini quotidiane.
Nicolò Martinenghi è nato il 1° agosto 1999 a Varese, in Lombardia, una terra che ha visto crescere molti campioni e dove lui ha mosso i primi passi nel nuoto. Oggi ha 26 anni e una fama da vera star sportiva, soprattutto dopo aver conquistato la medaglia d’oro nei 100 metri rana alle Olimpiadi di Parigi 2024.
Con i suoi 187 centimetri e circa 94 chili di potenza concentrata, appare come un gigante gentile della piscina: prestante, ma con quel sorriso contagioso che ha fatto innamorare il pubblico e non solo, al suo fianco c'è la fidanzata Adelaide Radice.
Dietro ogni campione c’è spesso una famiglia che lo sostiene e lo plasma, e nel caso di Nicolò la storia familiare è un mix di arte e tradizione.
Suo papà Samuele è un orafo di grande talento, capace di trasformare metalli preziosi in gioielli raffinati. Sua mamma gestisce una storica pasticceria a Varese, laboratorio dolcissimo che sa di casa e di cura dei dettagli, elementi che hanno contribuito a temprarne carattere e determinazione.
Cresciuto nel comune di Azzate, vicino a Varese, ha respirato sin da piccolo un ambiente fatto di manualità e attenzione, qualità che oggi si riflettono nella sua concentrazione e precisione in vasca.
Sembra incredibile, ma da piccolo Nicolò odiava l’acqua e detestava nuotare. Pesava più di 100 chili e mostrava scarso interesse per l’attività fisica.
La svolta arriva grazie a un patto con un amico d’infanzia: se lui si fosse messo a nuotare, l’amico avrebbe iniziato a giocare a basket. Così inizia la sua avventura nella rana, disciplina in cui eccelle per esplosività e tecnica, fino a diventare un fuoriclasse mondiale.
Il soprannome "Tete", nato in quell’epoca, lo accompagna ancora oggi, ricordando il bambino che è diventato il re della rana italiana e medaglia d'oro olimpica.
Nicolò non vive solo di nuoto: ama la pallacanestro, coltivata sin da piccolo, e trova relax nello shopping e nella musica.
Prima di ogni gara preferisce il silenzio e la concentrazione totale. Ha portato avanti gli studi con equilibrio, senza trascurare la carriera sportiva, dimostrando disciplina e determinazione. La stessa tenacia dimostrata davanti agli ostacoli fisici lungo la sua carriera.
Un esempio significativo è stato l’infortunio subito nel 2018, anno in cui la sua carriera stava decollando: un piccolo problema muscolare che lo ha tenuto lontano dalle gare per alcuni mesi.
Un aspetto curioso e spesso citato nei dietro le quinte degli allenamenti di Martinenghi riguarda l’uso della coppettazione, una tecnica molto diffusa tra gli atleti d’élite per favorire la circolazione, ridurre tensioni muscolari e migliorare il recupero.