Oscar Farinetti è l’uomo che ha trasformato la passione per il cibo in un impero globale chiamato Eataly, ma come ogni grande imprenditore sa che il successo ha due facce: da una parte il fascino della creatività e del rischio, dall’altra la dura realtà dei flop finanziari.
Negli ultimi anni, Farinetti ha sperimentato entrambe le dimensioni. Da Fico a Grand Tour Italia, passando per esperienze meno fortunate come Peck e alcune sfide italiane legate a Eataly, il suo percorso imprenditoriale è costellato di investimenti audaci e scelte controcorrente.
I numeri raccontano una storia di grandi ambizioni, perdite significative e debiti pesanti, ma anche di un patrimonio personale robusto che permette a Farinetti di continuare a sognare e investire nel settore food senza dover guardare troppo alle conseguenze immediate - per ora.
Nonostante l’entusiasmo iniziale e gli investimenti milionari, il parco tematico voluto da Farinetti ha faticato a decollare. Fico, ora ribattezzato Grand Tour Italia, ha accumulato negli ultimi cinque anni perdite per oltre 25 milioni di euro.
A fine 2024, i debiti della società verso banche, fornitori e altri finanziatori ammontavano a circa 12,2 milioni di euro, in crescita rispetto ai 7,7 milioni dell’anno precedente. Per sostenere la continuità operativa, la famiglia Farinetti ha dovuto versare oltre 7 milioni tra il 2024 e i primi mesi del 2025, rafforzando il patrimonio netto e garantendo la sopravvivenza del progetto.
Ma il futuro sembra tutt'altro che roseo per il parco. Infatti, nonostante il restyling da 6 milioni e l’uscita di Coop Alleanza dalla società, ha mostrato difficoltà strutturali fin dall’inizio.
Farinetti stesso, in un’intervista a Quindici, ha ammesso che l’errore principale è stato la scelta della location: "Il format era pazzesco, di una bellezza inaudita; l’errore è stato farlo a Bologna. Milano sarebbe stata perfetta".
Le recensioni e i bilanci, purtroppo non aiutano e mettono in evidenza ancora di più le difficoltà e i problemi del parco. I progetti di sviluppo, come il Parco Avventura o la pista di Go-kart hanno spazi ridotti e organizzazione da ottimizzare, ma sono stati ufficialmente aperti all'inizio dell'estate 2025.
I flop di Farinetti non si limitano a Fico. Anche il brand Peck, e più in generale l’economia interna di Eataly in Italia, ha vissuto momenti complicati. I conti non hanno sempre rispettato le aspettative di fatturato e redditività: i costi operativi? Altissimi. I debiti? Alle stelle.
Il 2022, però, ha segnato un punto di svolta: la famiglia Farinetti ha ceduto il 52% del capitale di Eataly al fondo Investindustrial, che ha investito circa 340 milioni di euro nell'attività. La cessione ha portato liquidità e supporto strategico e allo stesso tempo ha permesso alla famiglia di continuare a mantenere un ruolo operativo nel Gruppo.
L’intervento di enti privati è stata una vera e propria manna dal cielo, garantendo ai Farinetti di poter concentrare i propri investimenti nel settore food e nell'espansione internazionale, dando fiato ai progetti più rischiosi.
Oltre ai grandi marchi, Farinetti ha puntato anche sulle startup: tra queste, Wibo, una giovane realtà italiana nel settore alimentare, che ha già raccolto 500mila euro - anche grazie alla partecipazione dello stesso Oscar Farinetti: un esempio del suo approccio da "innovatore audace" - forse pure troppo -, disposto a rischiare su idee nuove e complementari all’impero gastronomico principale.
Nonostante le perdite aziendali e i flop, il patrimonio personale di Farinetti rimane solido. Fonti attendibili stimano un capitale compreso tra i 50 e i 100 milioni di euro, quindi, molto superiore ai debiti delle sue aziende. Questo margine di sicurezza gli consente di continuare a sperimentare, investire e persino sbagliare, senza compromettere (troppo) la propria stabilità finanziaria.
Anzi, a voler usare una frase di Mario Sassi, esperto di Gdo: "Nella vita chi fa impresa le azzecca e le sbaglia, i grandi imprenditori mediamente ne sbagliano di più di quelle che azzeccano. L’importante è che le cose azzeccate abbiano più valore di quelle sbagliate" e Farinetti incarna perfettamente questa filosofia.
La capacità di Farinetti di affrontare gli insuccessi con leggerezza e ironia emerge chiaramente anche dalle sue dichiarazioni:
Un ottimismo contagioso, nonostante i numeri raccontino una storia di rischi, perdite, debiti consistenti e un patrimonio che comunque continua a rimanere stabile.