L’eurodeputata italiana Ilaria Salis ha mantenuto l’immunità parlamentare grazie a un voto al Parlamento Europeo che ha respinto la proposta di revoca presentata nei suoi confronti. La vicenda ha scatenato reazioni accese, in particolare tra le fila del centrodestra italiano, con Matteo Salvini che ha espresso forte disappunto contro alcuni eurodeputati della sua area politica.
Eletta nel 2024 con Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Salis è un’eurodeputata nota per il suo impegno civico e politico, soprattutto in ambito europeo e ambientale. La sua carriera parlamentare internazionale si è intrecciata con vicende giudiziarie che hanno sollevato dibattiti sullo stato di diritto in Ungheria e sul ruolo delle immunità parlamentari.
Le accuse e il contesto
In relazione a un episodio avvenuto nel febbraio 2023 a Budapest, durante una contro-manifestazione contro un gruppo di neonazisti, il governo ungherese aveva richiesto la revoca dell’immunità di Salis. Le autorità ungheresi hanno accusato l’eurodeputata di lesioni aggravate nei confronti di due militanti estremisti, reato che in Ungheria può comportare fino a 11 anni di carcere. Secondo Budapest, le azioni di Salis non rientravano nelle funzioni del suo mandato europeo, e pertanto l’immunità parlamentare non doveva proteggerla.
La Commissione giuridica del Parlamento Europeo aveva espresso parere contrario alla revoca dell’immunità di Ilaria Salis già alcune settimane prima del voto in Aula, evidenziando preoccupazioni legate allo stato di diritto in Ungheria e al rischio che l’eurodeputata non ricevesse un processo equo. Il 7 ottobre 2025 il Parlamento Europeo ha confermato questa posizione con un voto molto ravvicinato: 306 favorevoli, 305 contrari e 17 astenuti. Grazie a questa decisione, l’immunità di Salis è stata mantenuta, impedendo che le autorità ungheresi potessero avviare un procedimento penale nei suoi confronti.
Questa decisione ha suscitato reazioni contrastanti. In Italia, esponenti del centrodestra, incluso Matteo Salvini, hanno criticato il voto, sostenendo che Salis avrebbe dovuto affrontare la giustizia ungherese. Dall’altra parte, molti hanno sottolineato l’importanza di difendere l’autonomia del mandato parlamentare e la protezione dei diritti di deputati in contesti politici e giudiziari dove lo stato di diritto è messo in discussione.
La vicenda di Ilaria Salis non è solo un episodio isolato: rappresenta una prova della complessità dei rapporti tra Parlamento Europeo e governi nazionali, mettendo in luce il delicato equilibrio tra tutela dei diritti parlamentari, indipendenza giudiziaria e questioni politiche internazionali.
A cura di Chiara Bollo