Era dato come uno dei possibili titolari ma, ancora una volta, è stato costretto ad accomodarsi in panchina. La stagione di Lazar Samardzic con la maglia dell'Atalanta non è ancora decollata e il serbo fatica a rientrare nelle grazie di mister Juric. L'ennesima esclusione in Champions League contro lo Slavia Praga ha fatto rumore, riproponendo una domanda ricorrente: perché Samardzic non gioca nell'Atalanta?
Le reti contro Club Brugge e Como sembravano aver cambiato l'inerzia della stagione, con l'ex Udinese destinato a prendere in mano le chiavi della trequarti. Così non è stato e Juric ha scelto di rispedirlo subito in panchina senza troppi rimorsi. Ma da cosa deriva questa scelta? Scopriamo nel dettaglio la situazione del centrocampista nerazzurro.
Samardzic è entrato al 90' del match di Champions League contro lo Slavia Praga. Una sostituzione a partita finita, con l'ex Udinese che non ha avuto la possibilità di incidere come avrebbe voluto. Il messaggio è chiaro: il centrocampista non è una priorità nello scacchiere tattico di Juric. In totale fanno appena 320 minuti giocati tra campionato e Champions League, decisamente pochi per un calciatore della sua qualità.
La concorrenza è alta ma Samardzic ha già ribadito di poter dare qualcosa in più rispetto ai suoi colleghi. I due gol realizzati a cavallo tra fine settembre e inizio ottobre sembravano avere il sapore della rinascita ma così non è stato. Zero minuti contro la Lazio e una manciata di secondi con lo Slavia Praga: il serbo è sparito dai radar e andrà in panchina anche con la Cremonese.
Finora Juric ha preferito una trequarti più rapida. L'ex tecnico della Roma ha creduto fortemente in Sulemana e, non appena è rientrato Lookman, gli ha dato una maglia da titolare. In alcune occasione, è stato Pasalic ad avanzare dietro alla punta e a farsi valere in quella zona del campo.
Difficile capire i motivi delle continue esclusioni di Samardzic, che avrebbe le armi giuste per fare la differenza. La sensazione è che Juric continui a prediligere la rapidità alla tecnica, qualità indispensabile per le sue proverbiali ripartenze. Non è escluso, però, che l'ex Udinese possa crescere rapidamente e tornare a essere centrale per la Dea.