Rupert Sciamenna, vero nome Franco Mari, si è spento il 25 ottobre 2025, lasciando un vuoto nel mondo della comicità italiana.
Indimenticabile volto delle surreali produzioni di Maccio Capatonda e Herbert Ballerina, Franco Mari ha segnato un'epoca con il suo stile inconfondibile, fatto di ironia grottesca e sagacia nonsense.
Era uno degli ultimi interpreti di una comicità “diversa”, colta e al tempo stesso dissacrante, capace di diventare virale tra le nuove generazioni.
La sua scomparsa è stata annunciata dai colleghi e amici più stretti sui social, che lo hanno ricordato con affetto e riconoscenza per l’impronta unica lasciata nella cultura pop contemporanea.
Franco Mari si è spento serenamente il 25 ottobre 2025, all’età di 83 anni. Le fonti ufficiali non riportano specifiche dettagliate sulla causa della morte, ma si parla di un peggioramento delle condizioni di salute negli ultimi mesi, dovuto all’età avanzata.
La notizia della sua scomparsa ha rapidamente rimbalzato sui maggiori media nazionali, suscitando profonda commozione tra colleghi e fan.
Maccio Capatonda e Herbert Ballerina hanno espresso dolore e gratitudine, sottolineando come fosse “il più giovane di noi anche se sembrava il più vecchio del mondo”, per quella sua energia surreale.
Rupert Sciamenna nacque a Milano nel 1942, anche se alcune fonti citano erroneamente Cremona come città di nascita e propongono date diverse (1942 e 1947), probabilmente per il personaggio ambiguo che lo accompagnava.
All’anagrafe Franco Mari, proveniva da una famiglia lombarda e trascorse una parte della giovinezza lavorando nel settore alberghiero prima di intraprendere la carriera artistica.
Amava raccontare di aver vissuto esperienze insolite: PR in alberghi internazionali, membro di una comune hippy e viaggiatore curioso, aveva incontrato numerose celebrità, tra cui Al Pacino e Ray Charles.
Sulla vita privata di Franco Mari, le notizie sono sempre state scarse, complice la sua reticenza a parlare di sé fuori dal set.
Il personaggio di Rupert Sciamenna contribuiva a offuscare la sua identità reale, alimentando il mistero anche su moglie e figli.
Fonti recenti non riportano dettagli sulla sua famiglia, lasciando intendere che il volto pubblico di Mari abbia sempre prevalso su quello privato.
La sua comicità trasgressiva e la passione per il teatro l’hanno portato spesso a privilegiare la carriera sulle questioni personali, almeno dal punto di vista mediatico.
Franco Mari è stato un artista poliedrico, capace di reinventarsi attraverso ruoli grotteschi e surreali. Prima di diventare Rupert Sciamenna, lavorò nel cinema dagli anni ’80, collaborando con registi come Steno, Mario Monicelli, Neri Parenti e Paolo Costella.
La svolta arrivò a fine anni Novanta nei progetti con la Gialappa’s Band e nel film “Tutti gli uomini del deficiente”, e poi nel decennio successivo con i video virali di Maccio Capatonda, Herbert Ballerina e Ivo Avido. Interpretò personaggi iconici, come Rocchio 47 (parodia di Rocky Balboa), Lord Micidial nella serie Mario e il Vecchio Conio.
Nel cinema ha lasciato il segno con “Italiano medio” (2015) e “Omicidio all’italiana” (2017), oltre a partecipare a show televisivi come Mai dire Lunedì, Mai dire Martedì su LA7 e All Music.
Il suo stile, unico per la comicità italiana, ha influenzato un’intera generazione di attori e sceneggiatori, diventando un punto di riferimento nella satira e nel web. Le sue battute e le frasi surreali sono diventate cult tra i giovani, spesso citate e imitate nella vita di tutti i giorni. Rupert Sciamenna resterà per sempre una delle icone più irriverenti e amate dello spettacolo italiano.