L’Ucraina compie un nuovo passo puntando a trasformare in risarcimenti concreti i danni subiti dalla guerra. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e 35 leader mondiali hanno dato vita, il 16 dicembre 2025, ad un nuovo organismo internazionale incaricato di esaminare e quantificare le richieste di compensazione. Resta però aperto il nodo cruciale del finanziamento.
Nel corso di un incontro all’Aja, i leader di Unione Europea, Canada, Giappone e Messico hanno formalizzato la creazione della Commissione internazionale per le richieste di risarcimento, pensata per offrire agli ucraini uno strumento strutturato per reclamare i danni subiti dal conflitto.
Nello specifico, l’organo avrà il compito di “esaminare, valutare e decidere in merito alle richieste” e di “determinare l’importo del risarcimento”, dando un seguito operativo al Registro dei danni istituito nel 2023. Il Registro ha già ricevuto più di 86mila richieste da parte di privati, imprese ed enti statali.
Il presidente ucraino, intervenendo prima della firma, ha fissato l’asticella delle aspettative:
Il Consiglio d’Europa, organizzazione per i diritti umani nata dopo la Seconda guerra mondiale, ha definito la Commissione “uno strumento unico e indipendente”.
Dietro l’architettura giuridica, resta però aperta la domanda centrale: da dove arriveranno i fondi per pagare concretamente i risarcimenti riconosciuti?
Sia Kiev sia il Consiglio d’Europa indicano un obiettivo: far sì che sia la Russia a finanziare il meccanismo.
Il riferimento politico e giuridico è la risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU del 2022, che chiede che Mosca sia “ritenuta responsabile di qualsiasi violazione del diritto internazionale in Ucraina o contro di essa”, compreso il “risarcimento dei danni”.
In teoria, lo statuto consente alla Russia di aderire alla Commissione qualora accettasse di coprire sia le riparazioni sia i costi dell’istituzione. Nella pratica, si tratta di uno scenario altamente improbabile.
Il presidente ucraino, in un intervento al Parlamento olandese, ha ribadito la sua linea:
Durante il suo discorso, Zelensky ha parlato dei colloqui di pace. Ha affermato che ci troviamo “nel mezzo dei negoziati di pace più intensi e mirati dall’inizio di questa guerra” e ha chiarito che “non stiamo parlando di una pausa o di una soluzione temporanea e incerta; stiamo lavorando a stretto contatto con i partner per porre fine finalmente a questa guerra russa contro l’Ucraina”.
Ha però avvertito che Kiev ha ancora bisogno “dello stesso forte sostegno politico” ricevuto dall’inizio del conflitto e ha invitato i partner ad una scelta netta sull’utilizzo dei beni russi congelati:
Zelensky sostiene inoltre che le élite al potere in Russia “non hanno riguardo per la vita delle persone, ma contano ogni dollaro e ogni euro che perdono”, motivo per cui “è necessaria una decisione forte sui soldi russi, e questi fondi devono servire a difendersi dalla Russia”.
L’appello del presidente ucraino ai leader europei è diretto:
Il piano dell’UE prevede un prestito da circa 90 miliardi di euro per coprire i deficit ucraini nel biennio 2026-2027, garantito dagli asset russi congelati. Kiev rimborserebbe il prestito di riparazione solo se e quando la Russia pagherà le riparazioni di guerra per i danni causati dall’invasione.
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